La dichiarazione a sorpresa di Giuseppe Conte sull’Ucraina – nella quale il leader del Movimento 5 Stelle ha esortato a “far fare a Trump” – ha agito come una bomba all’interno del campo progressista, creando fratture profonde soprattutto nel Partito Democratico. Le parole dell’ex premier, che sui social ha definito “anime belle” e “farisei” i suoi critici, invece di placare le acque hanno ulteriormente inasprito il confronto, mettendo a nudo le due anime distinte della coalizione.
La reazione più netta e dura arriva da Pina Picierno, eurodeputata dem e vicepresidente del Parlamento Europeo, in un’intervista al Corriere della Sera. La sua risposta è un chiaro segnale della linea di frattura che si è creata. “Nel nostro campo non può esserci spazio per un trumpismo o un putinismo mascherati da pacifismo”, tuona Picierno, lasciando poco spazio a interpretazioni concilianti.
Con ironia tagliente, l’eurodeputata osserva che Conte si trova “in buona compagnia”, dato che “parte della destra, da Orbán a Salvini, la pensa esattamente come lui”. Un’accostamento che suona come un’accusa precisa: l’obiettivo di fare chiarezza sui diversi schieramenti, secondo Picierno, è stato raggiunto, ma nel modo più netto e divisivo possibile.
“Noi stiamo da un’altra parte”, rivendica con forza Picierno, tracciando un solco invalicabile. “Sappiamo bene che lo spazio dell’Europa e dei Volenterosi è stretto, ma non conosciamo altra strada. Baciare l’anello a Trump non è un’opzione, per quello in Italia c’è già chi lo fa meglio”.
Il cuore della preoccupazione democratica è proprio la sovrapposizione tra le parole di Conte e quelle della destra sovranista. “Se le parole di Conte si sovrappongono a quelle di Salvini il problema è enorme”, avverte Picierno, dipingendo uno scenario geopolitico drammatico. “L’Europa è stata divisa per mezzo secolo da una cortina, ora rischiamo il secolo della tenaglia: autarchie da una parte e destra americana dall’altra. L’Italia è al centro di questo nodo”.
Secondo l’eurodeputata, da questa scelta di campo dipenderà tutto il futuro politico e sociale del continente. “L’alternativa si misurerà da qui. Non c’è libertà, diritto, servizio pubblico, benessere sociale o politica industriale che non dipenderà da quanto e con quale forza l’Europa saprà reagire”.
Lo scontro Conte-PD non è quindi una semplice divergenza tattica, ma tocca il nocciolo della visione internazionale dell’Italia e del suo ruolo in Europa. Mentre il leader 5 Stelle punta su un realismo disincantato che guarda a Washington, la componente più europeista del centrosinistra vede nell’autonomia strategica dell’UUnione l’unica via per difendere la sovranità collettiva. Una frattura che rischia di rendere la già complessa alleanza di governo ancora più fragile, soprattutto alla luce delle prossime scadenze europee e della continua evoluzione del conflitto in Ucraina.



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