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La differenza più vistosa tra Cristiano Ronaldo e Gonzalo Higuain è che il primo in campo sorride spesso, anche quando sbaglia, mentre il secondo appare sempre arrabbiato, anche quando segna. Come se CR7 considerasse l’errore uno scherzo del destino completamente assoggettato alla sua volontà, un’eccezione da riderci sopra, appunto. Il Pipita invece cova l’eterno sospetto che il destino gli stia tramando contro, dopo tante finali amare, perciò ogni pallone che scaraventa in rete è un urlo di rivincita. È qui, nella testa, nella gelida gestione delle proprie potenzialità, nella forza di volontà, che si è scavato il baratro tra i due ; è qui che il portoghese ha staccato l’argentino per 5 Palloni d’oro a zero, perché quanto a talento puro non c’è tutta questa differenza. Anzi, arriviamo a dire che per qualità tecnica e varietà di colpi, Higuain è attaccante più completo. Stanotte si guarderanno negli occhi, sono i totem di Milan e Juve che accenderà San Siro. Il Pipita, scaricato dalla Signora, brucia d’orgoglio. Gattuso, non a caso, ha detto: «Per il carattere che ha deve stare tranquillo. E godersi la partita». Anche Rino lo sa: la testa è tutto.



VESUVIO E TORINO Cristia no arrivò a Manchester e decise: «Diventerò bello e il più forte di tutti». Lo ha fatto. Ha piegato il futuro alla sua volontà come un cucchiaino. Era un nerd. con i denti storti e gialli. Si è messo l’apparecchio, oggi ha un sorriso bianco da spot. Cominciò a segnare, non ha più smesso. Tra United e Reai ha sollevato 5 Champions. Nel 2009 lo sbarco a Madrid dove Higuain lavora già da 3 anni. Alla prima Liga il Pipita resta avanti: 27 gol a 26. Nel 2011-12 il tridente Cri- stiano-Higuain-Benzema ammassa un bottino record:

CR7 ne fa 46, il Pipita 22, ma ormai è chiaro che il portoghese vede in Higuain un rivale da gol e in Benzema un cameriere di spazi. Infatti nel 2013 Gonzalo salpa per Napoli dove non a caso, segna 36 gol in un torneo solo. Perché, anche se ha giocato in club di governo (Ri- ver, Reai, Juve) ha l’anima all’opposizione, è diventato il capopopolo ideale di un Sud affamato di rivincite. Al Reai e in nazionale ha dovuto sempre sgomitare. Lotta continua. Il Pipita è il Vesuvio, un vulcano di tormenti, rimorsi e rivincite sempre sul punto di esplodere. Nell’Argentina e nel Napoli ha sbagliato rigori traumatici. Ha un cuore di lava che nelle grandi occasioni tradisce: 7 finali vinte, 8 perse, solo 4 gol segnati. Cristiano invece è molto torinese. Amministra affari e sentimenti con la gelida meticolosità di un antico funzionario sabaudo. Produce gol in serie, come Mirafiori ai bei tempi. Nessuno gli ha mai conteso il posto fisso. Non ha rimorsi.

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