Vimercate e bullismo: studenti lanciano una sedia contro la professoressa



La prof è entrata in classe per l’ora di storia. Improvvisamente si è spenta la luce in aula. Neanche il tempo di rendersi conto di quello che stava accadendo che qualcuno, tra i banchi, ha scagliato una sedia che l’ha colpita alla spalla. Il fatto è stato denunciato da una professoressa di 56 anni che insegna al «Floriani», istituto superiore di Vimercate, in provincia di Monza. La donna si è fatta curare al pronto soccorso dell’ospedale vimercatese, dove è stata dimessa con qualche giorno di prognosi, e poi si è presentata ai carabinieri, ai quali ha presentato regolare denuncia.



Secondo quanto riferito, il fatto si è verificato alle 12 di lunedì. Al cambio dell’ora, l’insegnante si è presentata in aula per tenere la lezione. La classe però deve aver pianificato l’agguato, visto che qualcuno ha schiacciato l’interruttore della luce, e mentre la prof dava le spalle ai ragazzi, è partita la sedia che l’ha presa in pieno. L’autore, per ora, è rimasto anonimo, coperto dall’omertà del resto della classe.

L’istituto vimercatese ospita scuole di formazione professionale e un liceo. Ai primi di ottobre, in cattedra al Floriani erano saliti i carabinieri, che avevano tenuto uno degli incontri organizzati dall’Arma per parlare di legalità agli studenti. Si erano affrontati temi, davanti a una cinquantina di studenti, come il bullismo, il cyberbullismo, le violenze in famiglia, l’uso e lo spaccio di sostanze stupefacenti. La lezione, a quanto pare, è servita a poco.

Nelle scuole italiane, così come in quelle di molti altri paesi, il fenomeno delle prepotenze scolastiche (chiamato anche bullismo) perpetrate da ragazzi e ragazze ai danni dei loro coetanei è comune. I bersagli del bullismo sono spesso persone che fanno parte di gruppi socialmente stigmatizzati o che hanno caratteristiche individuali considerate indesiderabili (le persone sovrappeso, ad esempio, o con difetti di pronuncia, con minore accesso agli status symbol, eccetera).

Altrettanto comune è l’omofobia. I commenti verbali dispregiativi nei confronti dell’omosessualità sono molto frequenti nel linguaggio comune; a volte sono accompagnati da minacce o veri e propri atti di violenza fisica. Non sono comportamenti che danneggiano solo le persone omosessuali: le offese omofobiche sono utilizzate per sanzionare un ventaglio più generale di comportamenti considerati inappropriati. Le vittime di questo abuso sono infatti anche coloro che non rispettano gli stereotipi e le aspettative di genere: ragazzi sensibili o timidi, ragazze sportive o espansive, che non si adeguano ai rigidi canoni di “maschio” e di “femmina” e vengono quindi percepiti come omosessuali e offesi di conseguenza.

Anche coloro che hanno familiari gay o lesbiche diventano talvolta oggetto di angherie o emarginazione. Infine, nel linguaggio comune parole come “frocio”, “finocchio”, “lesbica” sono usate come offesa generica, che non prende in reale considerazione l’orientamento sessuale della persona che si vuole offendere. Questo non le rende meno nocive, perché rafforzano e trasmettono un’immagine negativizzata dell’omosessualità, tale per cui essere paragonati ad una persona omosessuale è di per sé un’offesa.

L’adolescenza è caratterizzata dallo sviluppo dell’identità sessuale e da sentimenti di esplorazione e sperimentazione, che si traducono in un profondo bisogno di conoscenza. Così come tutti gli adolescenti, anche i giovani omosessuali sono particolarmente tesi ad esprimere la propria curiosità sulla sessualità. È però per loro più difficile trovare informazioni attendibili e modelli positivi cui fare riferimento, mentre sono facilmente esposti ad atteggiamenti negativi verso l’omosessualità.

La stigmatizzazione e il senso di vulnerabilità a cui gli adolescenti omosessuali sono esposti possono in molti casi portare ad un progressivo calo della autostima e delle capacità di socializzazione oltre ad una maggiore preoccupazione per la propria sicurezza. Tra le reazioni più comuni a queste pressioni negative si possono trovare il calo della motivazione e del rendimento scolastico oltre a reazioni più estreme quali l’abbandono scolastico, le fughe da casa, il tentato suicidio. Il silenzio a proposito delle tematiche collegate all’omosessualità o l’imbarazzo con cui gli adulti le trattano, aumentano inoltre il senso di vulnerabilità ed isolamento che gli adolescenti omosessuali provano di fronte ai soprusi. Si innesca così un meccanismo vizioso: l’adolescente vittima di prevaricazione, consapevole di vivere in un ambiente potenzialmente ostile, non porta all’attenzione del personale scolastico le aggressioni di cui è oggetto, isolandosi. Così facendo diventa più facilmente bersaglio di atteggiamenti di bullismo.

Solo il personale scolastico, inteso nella sua globalità, può efficacemente prevenire episodi di questo tipo. Il bullismo è un’ingiustizia quotidiana contro la dignità e l’individualità delle persone ed il silenzio rischia di trasformarsi in implicito assenso: non intervenire di fronte ad una violenza è un modo per legittimarla e permettere che venga perpetrata. La scuola è il momento centrale della sperimentazione e della progettualità nel campo della formazione dei giovani; è il luogo deputato alla prevenzione del disagio e alla valorizzazione della dimensione relazionale; è il luogo al cui interno vanno promossi gli interventi educativi che sono volti all’integrazione e alla valorizzazione delle differenze, viste come potenzialità e risorse vitali. È sulla base di questi elementi fondamentali che abbiamo ideato e realizzato questo manuale, rivolto al personale delle scuole medie inferiori e superiori interessato a promuovere interventi di riduzione del pregiudizio e di promozione del rispetto delle persone nelle loro diversità e, soprattutto, a rendere la scuola un luogo sicuro ed accogliente per tutti e tutte. Obiettivo del manuale è dare stimoli e spunti agli insegnanti (ed al personale scolastico in generale) per: promuovere la scuola come luogo sicuro e accogliente, contesto di confronto e rispetto anche per le persone omosessuali, che spesso sono oggetto di violenze psicologiche, verbali e fisiche; accrescere la sensibilità del personale scolastico su questo tema e dare spunti e strumenti per poterlo individuare, prevenire e contrastare in maniera efficace;

dare alcune informazioni sulla scoperta dell’omosessualità durante l’adolescenza e sull’impatto che questo può avere sulle relazioni con i compagni di scuola e con la famiglia; migliorare le abilità e le competenze degli insegnanti e del personale non docente nella “prevenzione primaria” (disincentivare casi di bullismo) e nella “prevenzione secondaria” (nel caso l’evento di violenza sia già avvenuto). Questo breve e (ci auguriamo) agile manuale è suddiviso in diverse sezioni: Definizioni: nella prima parte faremo un po’ di chiarezza su alcuni concetti chiave legati all’identità sessuale; familiarizzeremo, inoltre, con un lessico che ci aiuterà a comprendere meglio sia la materia del bullismo che quella dell’omofobia; Daremo informazioni specifiche sul fenomeno del bullismo omofobico nelle scuole, sia attraverso casi di cronaca, sia attraverso i risultati della ricerca del Progetto Schoolmates; forniremo alcuni strumenti pratici volti a contrastare attivamente i fenomeni di bullismo e i pregiudizi su cui frequentemente si basano.



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