Manuel Bortuzzo, non solo ha ripreso a nuotare, ora eccolo, per la prima volta, godere di un pomeriggio di sole



Il giovane nuotatore, costretto in sedia a rotelle dopo che due malviventi gli hanno sparato per uno scambio di persona, continua la sua battaglia per ritornare alla vita normale. Non solo ha ripreso a nuotare, ora eccolo, per la prima volta, godere di un pomeriggio di sole per le strade di Roma, dove si era trasferito l’anno scorso proprio per allenarsi con altri atleti azzurri. Con lui i genitori e i fratelli: «Guardo avanti e cerco tutte le cose più belle possibili. E sono molte di più di quelle brutte», racconta questo vero campione di tenacia che ha commosso l’Italia.



Papà Franco, sempre con lui, spinge la carrozzina; mamma Rossella lo accarezza con lo sguardo, i fratelli Jennifer, 17, e Kevin 13, seguono il loro supereroe formato famiglia. È la prima uscita in città, dopo l’ospedale, l’inizio della riabilitazione, il ritorno in piscina per Manuel Bortuzzo, colpito da un proiettile alla spina dorsale da due malviventi il 3 febbraio scorso. Il 19enne triestino, da allora, è diventato un esempio di ottimismo e di coraggio. Per i medici oggi la sua paralisi dalla vita in giù è permanente, ma lui ribadisce: «Come mi vedo fra 10 anni? Spero in piedi». E aggiunge: «Per guardare avanti non bisogna guardare indietro.

C’è un problema logistico, ma sono quello di sempre. Potevo battere la testa e non essere più me stesso». Da poco si è anche rituffato in piscina, la sua passione: «Mi sono seduto sul murétto, ho messo le gambe in acqua e non ho sentito niente, nessuna sensazione di bagnato o di asciutto. Poi, piano piano, entrando in acqua con tutto il corpo mi sono sentito finalmente bagnato. Ho provato una grande emozione e una sensazione bellissima, a cui prima non davo peso perché mi sembrava normale». Cosa direbbe ai suoi aggressori, ora in carcere? «Nulla, forse riderei. Loro stanno bene dove sono, io sfido solo me stesso a migliorare ogni giorno».



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