Regime forfettario 2019, tassazione: Flat Tax Partita Iva, requisiti e limiti reddito



A partire dal primo gennaio 2019, il regime forfettario  amplia la sua Platea i, i titolari di partita IVA, ditta individuale liberi professionisti con ricavi fino a €65000 potranno Aderire a questo nuovo regime fiscale agevolato. Non sono infatti, più previsti le barriere all’ingresso quali: limite di €5000 x i compensi x posti a collaboratore dipendenti è il limite di €20000 x l’acquisto dei beni strumentali. Basterà quindi, non aver percepito nell’ultimo periodo d’imposta ricavi e o compensi superiore a €65000 e non detenere partecipazioni societarie o imprese familiari.



Partiamo dei vantaggi del nuovo regime forfettario:  Imposta sostitutiva del 15%, che sostituisce l’IRPEF e l’irap con esclusione dal IVA e fatturazione elettronica. Esclusione dagli studi di settore. Semplificazioni contabili. Dal canto suo, c’è anche uno svantaggio sì, Difatti non sarà possibile usufruire ed avere diritto alle detrazioni fiscali, quale ad esempio, quelli x i figli a carico, le spese sanitarie, interessi passivi sui mutui, ovvero detrazioni x ristrutturazioni di edilizia effettuati. Sarà necessaria quindi, un calcolo di convenienza x tutti i contribuenti attualmente nel regime fiscale ordinario che decideranno di passare a nuovo regime forfettario.

Come si determina l’imposta sostitutiva da pagare. Ad ogni attività quindi, e assegnato un coefficiente di redditività che tiene conto delle caratteristiche proprie di quella attività, andando a determinare una stima forfettaria dei costi. Che cosa significa? ad esempio,  che il commercio avente il coefficiente di redditività del 40%, considera il 60% Quali costi determinati in maniera forfettaria, mentre il commercio del 40%, un libero professionista ha invece, un coefficiente di redditività più alto il 78%, mentre ad esempio, un artigiano del 67%. è il coefficiente di redditività è importante perché è la percentuale con la quale si determina il reddito.

Cinque cose da sapere sul nuovo regime forfettario 2019.

Rispondiamo a numerosi commenti ricevuti Gli articoli precedenti il regime forfettario, ed è un modo anche, x rispondere alle domande più comuni.

1 –  Chi va oltre i limiti del forfettario non perde il 15%. Se durante il periodo di imposta sono stati sparati i limiti, ovvero è stato fatturato più di €65000, anche x la parte eccedente la tassazione l’anno successivo, sarà al 15%, ovviamente non ci saranno più i requisiti x rimanere nel forfettario, quindi dall’anno successivo si confluirà nel regime fiscale ordinario, xò, x la parte eccedente €65000 rimane inalterata la percentuale del 15%.

2 – Il socio della srl che esce dalla società, l’accesso al forfettario non sarà possibile nello stesso anno di imposta, Ma sarà possibile dall’anno successivo. quando parliamo di srl ci riferiamo ad una srl che esercita la stessa attività propria nel forfait.

3 –  Anche se sei lavoratore dipendente, anche se il reddito da lavoro dipendente supera i €30000 è possibile accedere al nuovo regime forfettario sì, sono due attività diverse che vengono tassati separatamente sì, ognuno prende il suo percorso.

4 – I contributi previdenziali versati sono l’unico costo deducibile del regime forfettario quindi una volta determinato il reddito applicando il coefficiente di redditività, sarà possibile dedurre da questo imponibile contributi INPS o i contributi previdenziali effettivamente versati Ovviamente questo rappresenta un abbassamento della base imponibile quindi un risparmio fiscale.

5 –  L’emissione della prima fattura durante il periodo di imposta, se la prima fattura viene emessa con Iva è peggio ancora viene messa con modalità elettronica, Ovviamente questo non permetterà l’accesso al regime forfettario.

Quali sono i vantaggi di una flat tax?

Il grande pregio della flat tax è quello di rendere il sistema fiscale più semplice e trasparente, riducendone i costi di adempimento. Inoltre l’aliquota di tassazione verrebbe normalmente fissata a un livello tale da ridurre la pressione fiscale, il che potrebbe avere vantaggi aumentando l’efficienza del sistema economico e riducendo l’incentivo all’evasione. Consideriamo separatamente questi aspetti.

Semplificazione Questo è un vantaggio molto importante, soprattutto per un paese come l’Italia dove il sistema di tassazione è molto complesso. Occorre però capire che in paesi come il nostro la complessità della tassazione sui redditi non deriva tanto dall’esistenza di diverse aliquote, ma dalla complessità della base imponibile delle imposte sul reddito. Quest’ultima riflette una pletora di agevolazioni varie (spese fiscali o tax expenditures) che si sono accumulate nel tempo senza seguire un disegno complessivo e che creano distorsioni e disuguaglianze di trattamento tra diversi soggetti di imposta. Il sistema della tassazione sui redditi potrebbe quindi anche essere semplificato mantenendo aliquote diverse per diversi scaglioni di reddito.

Ciò detto, l’introduzione di una flat tax potrebbe fungere da catalizzatore per la semplificazione fiscale, finora rivelatasi impossibile nel contesto del sistema attuale. La complessità delle imposte sui consumi (l’IVA) deriva invece spesso dall’applicazione di diverse aliquote a prodotti diversi, il che genera spesso confusione sull’aliquota da applicare (sulla base di definizioni vaghe delle merceologie di prodotti). In questo caso, quindi, l’unificazione delle aliquote costituirebbe un importante elemento di semplificazione, anche dal punto amministrativo. Le aliquote agevolate (o più elevate di quella standard) sono solitamente giustificate dalla necessità di introdurre un elemento di progressività nella tassazione indiretta, ma comportano un sussidio per gli acquisti di certi prodotti anche dai consumatori abbienti. Meglio sarebbe unificare le aliquote e compensare chi ha reddito più basso con trasferimenti diretti. Tuttavia, le proposte di flat tax avanzate in Italia non sono estese all’IVA, tranne quella dell’IBL, che tuttavia mantiene le aliquote agevolate più basse.

Effetti sulla crescita economica I promotori della flat tax sostengono che questa aiuti la crescita economica in due modi: primo, il minor livello di tassazione renderebbe il sistema economico più efficiente perché ridurrebbe le distorsioni causate dalla tassazione; secondo, la semplificazione del sistema ridurrebbe il costo degli adempimenti burocratici. È difficile quantificare gli effetti della flat tax sulla crescita reale. Pochi studi sono stati condotti a riguardo e i paesi che la hanno adottata sono poco similari al nostro; questi hanno effettivamente registrato un elevato tasso di crescita dopo l’introduzione della flat tax, ma è difficile provare empiricamente la correlazione tra maggiore crescita e nuovo sistema di tassazione.

È anche difficile estendere i possibili risultati, relativi ad economie in transizione, a paesi come l’Italia. Una questione connessa è se una maggiore crescita possa derivare attraverso un terzo canale, ossia la riduzione del grado di progressività del sistema di tassazione. Tale riduzione potrebbe indurre un aumento delle ore lavorate da parte dei lavoratori più qualificati (ad alta produttività quindi) che beneficerebbero maggiormente ella riduzione delle aliquote marginali e della progressività del sistema. Tuttavia, come conclude un recente lavoro del Fondo Monetario Internazionale: “Non esiste una forte evidenza empirica che mostri che la progressività è dannosa alla crescita…l’evidenza empirica riguardo il legame diretto tra progressività della tassazione e crescita è mista…la maggioranza delle specificazioni [negli studi empirici] non riporta effetti della progressività sulla crescita…Questo risultato non elimina la possibilità di un impatto negativo sulla crescita di sistemi di tassazione estremamente progressivi, come le aliquote di quasi il 100 per cento in Svezia o nel Regno Unito negli anni ’70, ma suggerisce che non ci siano prove chiare che i livelli di progressività visti finora nei paesi OECD siano stati dannosi alla crescita in maniera dimostrabile.”Detto questo, è possibile che la flat tax porti ad una maggiore crescita partendo da un sistema di tassazione complesso e inefficiente, ma l’incertezza sugli effetti relativi consiglia prudenza, evitando di pensare che la flat tax possa essere “autofinanziata” dai proventi della maggiore crescita.

Effetti sull’evasione fiscale Si sostiene spesso che aliquote di tassazione più basse riducono l’incentivo a evadere in quanto a tasse minori corrisponde un minor vantaggio dall’evasione (data l’avversione al rischio). In realtà se la multa nel caso si sia scoperti è proporzionale alle tasse che si sarebbe dovuto pagare (come è attualmente in Italia), una riduzione di imposta implica una multa minore, che a sua volta potrebbe incoraggiare una maggiore evasione per via della penale inferiore. In casi più complessi e realistici, l’effetto del livello di tassazione sul grado di evasione è ambiguo. Poche ricerche empiriche sono state condotte sugli effetti della flat tax sull’adempimento del dovere fiscale. I risultati disponibili non giungono a chiare conclusioni, tranne che per la Russia dove il grado di adempimento sembrerebbe sia aumentato . In ogni caso, non è chiaro se questo aumento di compliance possa essere legato a un cambiamento comportamentale oppure se sia stato piuttosto causato da altri sviluppi, quali l’aumento nelle procedure di controllo

. In conclusione, non è da escludere che una riduzione nel livello della tassazione media e marginale che accompagnerebbe l’introduzione di una flat tax possa portare a una minore evasione, ma non è un effetto su cui si possa contare ex ante, compreso per individuare possibili coperture per il finanziamento dei costi fiscali della flat tax. Considerando invece altre possibili determinanti dell’evasione, un ruolo fondamentale viene giocato dalla possibilità in sé di evadere: la percentuale di reddito evaso è significativamente maggiore se il contribuente dichiara autonomamente il proprio reddito; nel caso di lavoratore dipendente invece, per il quale una terza parte ne riporta il reddito, il tasso di evasione è molto più basso. Questo comportamento suggerisce che, se tutti i contribuenti fossero indipendenti nelle loro dichiarazioni, il rischio di evasione crescerebbe notevolmente, semplicemente perché la possibilità di farlo aumenterebbe. La proposta della Lega (vedi box), che contempla questa ipotesi, auspica una riduzione dell’evasione grazie all’abbassamento della aliquota e alla semplificazione del sistema, senza tenere però conto dell’effetto che l’abolizione di sostituto di imposta e ritenuta d’acconto potrebbe avere sul reddito dichiarato.



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