Tim, gli americani offrono al governo la rete per il web veloce



Un assist per Elliott:queste le parole di una fonte con stretti legami al fondo interpreta il diniego che l’AgCom ha voluto per l’ennesimo progetto di divisione della rete annunciato  dall’ex ad di Telecom, Amos Genish.



Tutto questo come se i rapporti fra il primo socio Vivendi, azionista con poco meno del 24%, e il fondo Elliott, titolare di circa il 9%,non fossero già sufficientemente tesi la posizione dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni è destinata a inasprire le differenze fra i due gruppi, in attesa della presentazione del nuovo piano che sarà annunciato il 21 febbraio dall’ad Luigi Gubitosi.

Secondo l’Agcom, il progetto di separazione volontaria della rete presentato da Genish non riuscirebbe a cambiare in modo sostanziale il contesto di mercato; a differenza di quello presentato da Elliott, che prevede che Telecom mantenga una quota nella società della rete fra il 25% e il 65%, quello del manager israeliano lasciava l’asset completamente in mano a Tim. Mantenendo il controllo della compagnia a cui verrebbe conferita la rete, Telecom avrebbe «un significativo vantaggio competitivo», sottolinea l’Agcom.

La posizione dell’authority, ha attaccato un portavoce del fondo di Paul Singer, «conferma come il progetto di Vivendi di mantenere l’intero capitale di NetCo in Tim non solo non crei valore per gli azionisti, ma venga considerata insufficiente dalla stessa autorità anche per un cambiamento del quadro regolatorio».

Per questo, viene aggiunto, il cda che si è insediato dopo il “ribaltone” di primavera dovrebbe «intraprendere senza ulteriori ritardi i passi necessari per la creazione e la separazione di una rete unica, che possa creare valore per l’azienda e i suoi dipendenti, per gli azionisti e per il sistema Paese». Per Elliott è stata anche l’occasione di rispondere agli ultimi attacchi del gruppo francese, sottolineando come le decisioni prese dal vecchio board nominato da Vivendi abbiano «avuto come risultato un anno di distruzione di valore e di tempo perso». Ieri Telecom in Borsa ha chiuso ben sotto quota 50 centesimi: il titolo ha chiuso la giornata giù del 2,62% a 0,47 euro.



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