Togliere i contanti servirà a combattere l’evasione?



All’avvicinarsi della manovra economica del Governo Conte 2 si parla di nuovo, ovviamente, di lotta all’evasione fiscale, un cancro che in Italia succhia all’erario qualcosa come 120 miliardi di euro l’anno, un triste primato europeo. Da tempo si parla di una riduzione degli scambi con denaro contante senza mai riuscire a prendere seri provvedimenti in tal senso: il limite per gli scambi in contanti è stato aumentato e diminuito (da 1000 euro a 3000 e poi di nuovo a 1000) almeno 8 volte negli ultimi 15 anni. Il traguardo sarebbe quello di arrivare a cancellare quasi del tutto le transazioni finanziarie con banconote così da (teoricamente) danneggiare l’evasione fiscale, il riciclaggio e le rapine.



Per queste ultime la realtà è già cambiata rispetto a un ventennio fa: oggi girano più banconote in tabaccheria che in una filiale bancaria e le rapine sono così molto ridotte.

Qual è la situazione in Europa? Per alcuni Stati il tra

guardo dell’eliminazione del contante non è poi così lontano; in Svezia le banconote sono usate solo per il 13 percento delle transazioni, a Stoccolma è impossibile pagare un taxi in contanti e molti negozi espongono l’adesivo “cash free zone”. In Cina anche chi chiede l’elemosina per le strade espone un “Qr code” con cui è possibile accreditare denaro su un conto corrente bancario. Uno studio del Fondo Monetario Internazionale ha concluso che nei prossimi 10 anni, negli 11 Paesi più avanzati, la quota di denaro contante in circolazione diminuirà dell’1,4 percento annuo, questo si deve alle nuove generazioni sempre più aperte all’uso della tecnologia, ai costi sempre più piccoli del mezzo elettronico e, in generale, al progresso tecnologico globale.

L’ESEMPIO DELL’INDIA

Ma davvero è possibile sconfiggere l’evasione fiscale eliminando il contante?

L’esperimento è fallito in India, dove nel 2016 il governo del ministro Narendra Modi fece sparire dalla circolazione alcuni tagli di banconote, quelle da 500 e da 1000 rupie. Quando si annuncia che alcune banconote a breve non avranno più corso legale, si immagina che chiunque abbia gruzzoletti nascosti si catapulti in banca per cambiarli (questo è un altro dei motivi, oltre alla lotta alla contraffazione, per cui le banconote vengono spesso aggiornate). Ebbene in India il risultato è stato solo una corsa ai bancomat con conseguente crisi di liquidità, nessuna traccia di grossi capitali sommersi.

IL PENSIERO DI UN ESPERTO DI ECONOMIA

Contrario all’abolizione del contante è il prof. William .J. Luther assistente universitario di economia al Kenyon College. Secondo lui “abolire del tutto il denaro contante significa costringere le persone a rivolgersi alle banche e ad altri istituti finanziari o usare monete alternative, dando maggiore potere alle banche centrali”. Oltretutto il denaro contante permette un controllo migliore delle proprie finanze e se a questo aggiungiamo che nel mondo i poveri sono più dei ricchi, il docente universitario dimostra come la cancellazione del contante andrebbe a svantaggiare i meno abbienti, per non parlare poi del diritto alla privacy, anche quella finanziaria.

L’EX MINISTRO TREMONTI NON APPROVA

In Italia ha mostrato tutti i suoi dubbi sulla manovra anche l’ex ministro Giulio Tremonti dicendo:

“Gli interventi strampalati di cui si parla in questi giorni rischiano di essere incostituzionali e fuori dal quadro europeo. Gli strumenti normativi, poi, devono considerare la realtà effettiva. Dopo 1’11 settembre si pensò a un complicatissimo sistema di controllo dei flussi finanziari in funzione antiterrorismo, che però si sarebbe rivelato inutile perché gli attentati purtroppo sono continuati, ma in forma low cost”. La realtà dei fatti gli dà ragione, le norme antiriciclaggio e antiterrorismo che hanno ridotto il limite a 1000 euro per transazioni in contanti non hanno evitato attentati, per i quali basta qualche centinaio di euro.

INDISPENSABILI CONTROLLI E INDAGINI

Senza illudersi che scoraggiare o vietare l’uso del contante sia sufficiente a fermare evasori fiscali e riciclatori di denaro sporco, la riduzione del contante può almeno rende re loro la vita più difficile. Ma. per scoprirli, sono indispensabili i controlli e le indagini. La scommessa della tracciabilità, in fondo, è tutta qui.

Le grandi evasioni sono quelle che usano non certo il contante ma le società multiple con amministratori prestanome, i paradisi fiscali, le fatture false.

L’OPINIONE DEI CITTADINI

E i cittadini italiani cosa ne pensano? Sono pronti a rinunciare al borsellino con le banconote? Secondo un’indagine realizzata da mUp Research non lo è un italiano su 2. Secondo lo studio sono le donne a essere meno propense al passaggio alla moneta elettronica e, ovviamente, i più anziani. Le grandi rivoluzioni sono sempre dure da digerire.



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