Alex Zanardi come sta? Adesso vede, sente e interagisce



Alex Zanardi migliora. A poche ore dal Natale è una delle notizia migliori che gli sportivi italiani – e non solo loro – potessero ricevere. Un regalo con i fiocchi.  Dei progressi scrive il Corriere della Sera, con la firma di Carlo Verdelli. Testualmente: «Vedere, vede.



Sentire, sente. Parlare ancora no, perché gli tengono per precauzione il buco nella trachea ma presto potrebbero chiudergli anche quello, come già hanno fatto con la scatola cranica dopo averla riparata frammento per frammento.

E il cervello che ci sta dentro, tornato al sicuro, ha ricominciato a tessere i collegamenti. L’impresa impossibile sta diventando possibile. Recordman mondiale di resurrezioni, piano piano sta scalando il secondo Everest che gli si è parato davanti all’improvviso, e questa è una delle poche notizie buone di un anno cattivissimo».

Insomma, dopo parecchio tempo dall’incidente (occorsogli sulle strade vicino a Siena il 19 giugno scorso) si intravede un segno di speranza. Come si ricorderà, Zanardi aveva impattato un autocarro mentre era bordo della sua handbike per una pedalata solidale alla ricerca di fondi contro il Covid attraverso l’Italia. Un incidente dalla dinamica ancora da chiarire e che sarà dibattuto probabilmente in tribunale.

Da quel momento, quello di Zanardi è stato un calvario. Subito è stato sottoposto a un lungo intervento neurochirurgico e maxillo-facciale al policlinico le Scotte di Siena, quindi è rimasto in terapia intensiva e in coma farmacologico.

Dopo circa un mese (e altre tre operazioni), il 21 luglio è stato trasferito in un centro specializzato di Lecco, per continuare nella riabilitazione. E qui che è avvenuto un improvviso peggioramento. Tanto che il 24 luglio, a seguito di alcune complicazioni, è stato trasferito in terapia intensiva all’Ospedale San Raffaele di Milano. Infine, circa un mese fa (il 21 di novembre) è stato trasferito all’ospedale di Padova, più vicino alla sua abitazione, avendo raggiunto (recitava una nota ufficiale) una «condizione fisica e neurologica di generale stabilità».

Ora si apprendono alcuni altri dati. Il primo è che quando la moglie, la signora Daniela, gli parla Alex reagisce. Gli altri sono che se gli si chiede di stringere una mano, riesce a farlo. E se gli chiedono di fare ok, alza il pollice. Di fatto, Zanardi comincia quindi a interagire con l’ambiente circostante.

Difficile dire, dal di fuori e visto il comprensibile riserbo che la famiglia tiene comunque, a che punto sia il processo di riabilitazione. Ma la sensazione è che la situazione clinica, che pareva precipitata dopo il suo trasferimento a Lecco, sembra essere in via di miglioramento.

Prima dell’incidente in Toscana, Zanardi stava progettando la sua partecipazione alle Paralimpiadi di Tokyo. Dopo l’incidente il mondo si è fermato – cosa che probabilmente lui non sa – e i Giochi olimpici e paralimpici sono stati spostati al prossimo anno. Ma a questo punto è fuori luogo parlare di recupero del paziente nel senso sportivo del termine.

Quel che oggi tutti sperano, a cominciare dalla moglie e dal figlio, è che possa tornare a una vita che si possa definire normale. Lui che, da campione paralimpico, s’è speso a fondo per aiutare tutti noi a superare le discriminazioni che troppo stesso accompagnano la disabilità. Se anche non potrà più cimentarsi con le sue sfide estreme, potrà sempre e ancora essere Zanardi. Un esempio. Per questo, il cuore dell’Italia batte per lui e con lui.



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