Lorella Cuccarini e Alberto Matano, La vita in diretta ai tempi del Coronavirus: errore della regia



L’emergenza del Coronavirus ha cambiato radicalmente anche il palinsesto televisivo soprattutto in casa Rai e Mediaset. L’esigenza di una diretta constante per i programmi di informazione ha fatto in modo che anche la regia de La vita in diretta cedesse al “bello della diretta”? Ecco cos’è successo a Lorella Cuccarini.



La vita in diretta ai tempi del Coronavirus

In queste settimane abbiamo avuto modo di spiegare come è cambiata radicalmente la programmazione televisiva sia in Rai che in Mediaset. Vedere spegnere le telecamere di diversi programmi televisivi per questioni di sicurezza, personale e nazionale in un periodo di lotta con un nemico invisibile come il Codiv-19, ha cambiato radicalmente tutto.

Quanto detto ha fatto anche in modo che l’esigenza per le produzioni televisive fosse quello di dare spazio all’informazione controllata, anche al fine di non imbattersi in fake news e rettificarle dove fosse necessario.

A giocare un ruolo importante in queste settimane è stato anche il programma de La vita in diretta, condotto da Lorella Cuccarini e Alberto Matano, che hanno cercato di calibrare informazione e intrattenimento.

Errore della regia per Lorella Cuccarini

In queste ore a tenere banco nel mondo delle notizie televisive troviamo il programma de La vita in diretta che in queste settimane ha trovato il modo di tenere compagnia al pubblico da casa, in modo tale da non far mancare loro informazione e intrattenimento grazie ai collegamenti realizzati in video chiamata con i vip che stanno vivendo la quarantena nelle loro abitazioni.

Durante la messa in onda quotidiana de La vita in diretta, la redazione del programma ha trovato anche il modo di tenere aggiornato il pubblico da casa grazie agli interventi con l’esperto Valerio Rossi Albertini che si preoccupa di dare consigli e approfondimenti sul Coronavirus. Proprio durante il collegamento con Rossi ecco che la regia de La vita in diretta commette un errore… di cosa si tratta?

Vittorio Sgarbi a sorpresa per Lorella Cuccarini

Il bello della diretta è sempre in grado di strappare un sorriso al pubblico da casa, la scaletta del programma slitta e i conduttori, magari stanchi e concentrati sul lavoro si lasciano travolgere dal momento cercando di riprendere il controllo sulla trasmissione.

In particolar modo, durante la messa in onda della puntata de La vita in diretta, improvvisamente, ecco che salta il collegamento con Valerio Rossi Albertini che, per un errore tecnico della regia, slitta e cede il passo a Vittorio Sgarbi che si trovava in scaletta come punto successivo. La stessa Lorella Cuccarini si è lasciata andare a un sorriso, insieme a Vittorio Sgarbi che improvvisamente si trova in diretta nel programma.

L’Europa non è un’entità astratta. Trattati e vincoli li abbiamo sottoscritti liberamente. «Non noi. Ci siamo fidati di scelte sbagliate, abbiamo pensato che chi aveva studiato avrebbe fatto il bene comune e ci siamo ritrovati il pareggio di bilancio in Costituzione. Allora ti chiedi: quella conoscenza al servizio di chi è stata messa? Non dei cittadini». Sdoganiamo l’incompetenza? «Non è che, siccome ha studiato, il tecnico non possa sbagliare. È fastidiosa la vulgata per cui chi ha votato questo governo è un poveraccio ignorante.

C’è tanta gente, anche di sinistra, nell’elettorato di questo governo. Lo stesso Alberto Bagnai, economista della Lega, era di sinistra vera, pura». Come fa uno di sinistra a sostenere queste politiche di destra, come quella sull’immigrazione? «Ma quali politiche di destra? Ha fatto più cose di sinistra questo governo di quelli precedenti. Io vorrei che i miei figli fossero liberi di scegliere se andare fuori o rimanere in un Paese che offra loro delle possibilità. Invece qui  non riesci a fare nulla, siamo in austerity, abbiamo un tasso di disoccupazione altissimo, 5 milioni di poveri. E mi dite che bloccare l’immigrazione è di destra? È sacrosanto». I numeri dicono che non c’è alcuna emergenza immigrazione. «C’è un traffico di esseri umani. Chi finanzia le Ong e i loro viaggi? Chi dice che quelli a bordo siano profughi? Il più delle volte, sono migranti economici.

Il problema va risolto in Africa, dove c’è un neocolonialismo che affama i popoli e li fa fuggire». Processi lunghi, la gente oggi scappa. Li lasciamo in mare? «Rischiamo una situazione ingestibile. Nelle nostre città ci sentiamo già poco sicuri, con tutti i disperati che dormono in strada». Perché manca un sistema di accoglienza. Chiudere gli Sprar, col Decreto Salvini, risolve? «Tanto non li controllavano neanche lì. Vanno rimandati nei loro Paesi». Per i rimpatri servono accordi bilaterali, non li abbiamo con tutti i Paesi di origine. «C’è lo spazio per farli, o tra poco avremo milioni di persone qui e la gente inizierà a farsi giustizia da sé. È vero, rispetto al passato ne arrivano di meno, ma oggi è cambiata l’Italia.

Non è razzismo, è che non possiamo sobbarcarci anche i problemi loro. Ma, se lo dici, sei fascista. Si etichettano le persone che non si schierano con il pensiero dominante per zittirle». Non le pare che, in generale, si è tutti un po’ più intolleranti? «C’è una polarizzazione maggiore delle opinioni, grazie alla Rete, che rende possibile informarsi anche al di là di quello che racconta il mainstream». Lei stima Paolo Savona, che ha ipotizzato il Piano B di uscita dall’euro. Crede sia la soluzione? «Savona sogna un’Europa che agisca davvero come uno Stato unico. Per prima cosa dovrebbero permetterci di decidere davvero chi ci rappresenta lì».

Eleggiamo già il Parlamento, che designa la Commissione. «Il Parlamento europeo non conta nulla e la Commissione decide al di sopra dei popoli sovrani. Se stare in Europa significa accettare regole che ammazzano l’economia, non vale la pena. Ci trattano da sorellastra». Non sarà anche colpa nostra? Gli europarlamentari italiani, Salvini in testa, sono assenteisti. «Tanto il Parlamento che fa? Stabilisce la dimensione legale delle vongole…» A quelle vongole corrispondono pescatori e aziende. «Così com’è l’Europa non va. Meglio un periodo di crisi uscendo dalla moneta unica e ricominciare da noi. In Europa, solo 19 Paesi su 27 hanno l’euro; gli altri hanno capito che sarebbe stato meglio tenersi la sovranità monetaria. Il nostro debito è in mano agli stranieri che usano mercati e spread come armi di ricatto, come nel 2011 quando è stato mandato via Berlusconi. Da Monti in poi, è la prima volta che abbiamo un governo eletto». E le elezioni del 2013? «Ma chi li ha votati Letta, Renzi, Gentiloni? ».



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