Loretta Goggi, bilancio tra carriera e privato



Questo articolo in breve

Settant’anni festeggiati in grande, circondata dall’affetto di sorelle e nipoti. «È un numero importante, merita un bilancio, anzi… un bilancione», scherza Loretta Goggi. Per una delle protagoniste più poliedriche del mondo dello spettacolo, questa ricorrenza ha un sapore speciale. «Ringrazio Dio di esserci.



Me li voglio godere tutti questi 70 anni, perché ogni ciclo della vita ha una sua motivazione e un suo colore. Anche se anagrafìcamente entro nella terza età, io la vivo come una terza giovinezza», aggiunge con entusiasmo. Sarà perché è sempre in eterno movimento? In effetti, tra l’impegno da giurata a Tale e quale show su Raiuno e il ritorno al cinema con Burraco fatale, lei non si ferma mai.

Loretta, lei non ha neanche il tempo per pensare agli anni che passano… «In realtà, il vero shock l’ho avuto a cinquanta. Era il 2000 e avevano previsto la fine del mondo. Così, per i settanta, mi sono detta: “Se ho superato quello, posso superare pure questo compleanno”. Anche se viviamo con lo spettro del Covid e non c’è da scherzare».

È davvero felice di questa età? Ci dica la verità… «Sì, molto. Vivo questo nuovo passaggio con grande serenità, forse perché ho sempre voluto camminare sottobraccio ai miei anni senza mai nasconderli. E non ho paura del futuro.

Voglio godere giorno per giorno di tutto quello ch$ mi succede, progetto per progetto, senza pormi limiti». Nessun rimpianto? «No, e non potrebbe essere diversamente. Sono arrivata a questo traguardo lavorando, I con una vita piena di soddisfazioni professionali. E ho avuto la fortuna di vivere un grande amore.

Certo, mio marito Gianni – scomparso nove anni fa – mi manca molto: però sono circondata dall’affetto di una famiglia meravigliosa, quindi lamentarmi sarebbe un peccato mortale». Che le manca di Gianni? «Ci sarebbe piaciuto arrivare insieme alla terza età: lo dicevamo sempre quando vedevamo coppie in là con gli anni tenersi per mano. Ma tutte le sensazioni e le emozioni che lo riguardano sono ancora vive dentro di me.

Lo sogno spesso in quello che era il nostro quotidiano: in qualche modo, mi è sempre vicino». A dieci anni era già una mini attrice: come ha fatto? «Dal lettone dei miei genitori guardavo la scatola – così mia madre chiamava la Tv – e mi chiedevo come fare per entrarci. Così un giorno, dopo aver letto su un giornale che cercavano una bambina bionda con le efelidi per un romanzo tivù, chiesi ai miei di portarmi al provino. Mi accontentarono, convinti che non mi avrebbero voluta perché non avevo mai studiato dizione e recitazione.

Tra tante, fui scelta da Anton Giulio Majano. il regista di Una tragedia americana, perché, incapace di dire una bugia, diventai tutta rossa e scoppiai in lacrime». Poi è diventata imitatrice, conduttrice e cantante… «Mi sono sempre voluta mettere alla prova. Ho sfidato me stessa, mai per ambizione quanto per vincere i miei limiti. E mi sono trovata, nella storia della Tv.

a essere la prima donna che imitava, che conduceva il Festival di Sanremo, ma anche un programma di quiz. Sono sempre stata guidata da una grande curiosità e questo mi ha aiutato a non annoiarmi e a non annoiare». È la donna dei primati… «Noi donne eravamo considerate solo belle personcine vicino al conduttore: di passi avanti ne abbiamo fatti. Ho faticato e combattuto perché mi venisse affidato un programma da sola.

Si aveva un’idea della donna fragile. Così, a un certo punto, andai via da mamma Rai e approdai a Canale 5 per presentare Hello Goggi. La Rai poi mi richiamò per Lorelta Goggi in Quiz. Se penso che tutto questo è partito da una bimba di dieci anni con una famiglia che non era legata al mondo dello spettacolo, mi commuovo».



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