Silvio Berlusconi è stato condannato ingiustamente?



Un po’ a sorpresa, si torna a parlare, e con insistenza, della sentenza che ha condannato in via definitiva, il 1° agosto 2013, Silvio Berlusconi per evasione fiscale, causandone qualche mese dopo la sua esclusione dal Parlamento, per via della Legge Severino, e in definitiva, rovinando la sua fortunata carriera politica, visto che il suo partito, Forza Italia, all’epoca veleggiava sopra il 20 per cento e oggi è al 5-6, secondo i sondaggi.



A riportare il tema d’attualità, la diffusione di un’intercettazione il cui protagonista è un ex magistrato della Corte di Cassazione, Amedeo Franco, uno dei giudici che materialmente decisero la condanna e scrissero la sentenza. Questo magistrato, parlando proprio con Berlusconi, dice che a suo parere non fu un giusto processo: «Berlusconi deve essere condannato a priori perché è un mascalzone! Questa è la realtà…

A mio parere è stato trattato ingiustamente e ha subi-to una grave ingiustizia… L’impressione che tutta questa vicenda sia stata guidata dall’alto» «In effetti», continua Franco, «hanno fatto una porcheria perché che senso ha mandarla alla sezione feriale? Voglio sgravarmi la coscienza, perché mi porto questo peso del… ci continuo a pensare. Non mi libero… Io gli stavo dicendo che la sentenza faceva schifo». Franco poi parla di “malafede” del Presidente del collegio giudicante, e dice: «In quel momento è stata una decisione traumatizzante ho avuto pressioni e così via. Ho detto: “Io questa sentenza non la scrivo. Se volete posso firmare. Ma qua firmate tutti per io da solo non la firmo». «I pregiudizi per forza che ci stavano…», conclude Franco. «Si poteva cercare di evitare che andasse a finire in mano a questo plotone di esecuzione, come è capitato, perché di peggio non poteva capitare».

Ovviamente queste parole hanno causato una bufera politica. Tutta Forza Italia e il centrodestra sono insorti, recuperando la vecchia tesi della “sentenza politica” per togliere di mezzo un avversario. I partiti di governo sono apparsi imbarazzati: nessun commento dal Pd, nessuno dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, del Movimento 5 stelle.

Il diretto interessato ha reagito con apparente distacco, ma con la richiesta di indagare più a fondo: «Fare chiarezza su fatti così», ha detto Berlusconi, «Va nell’interesse dei molti magistrati che sono persone serie, e non meritano di esser accomunate con quel gruppo di colleghi che si sono prestati a operazioni politiche giudiziarie a i miei danni».

La polemica è salita di tono con la richiesta di una sorta di “risarcimento morale” per Berlusconi: diversi esponenti di Forza Italia hanno chiesto che sia nominato senatore a vita, e che il suo nome venga preso in considerazione per la nomina del prossimo presidente della Repubblica, che dovrà essere eletto nel gennaio del 2022.

D’altro canto, la rivelazione si presta anche ad altre interpretazioni. Per prima cosa, va ricordato che la sentenza di Cassazione andava a confermare altre due sentenze, in primo grado e in appello, che già avevano giudicato colpevole Berlusconi. Si trattava, ricordiamo, di una questione riguardante i diritti dei film acquistati all’estero da Mediaset, che avevano portato all’accumulo di “fondi neri” vale a dire soldi nascosti al Fisco, e su cui non erano state pagate tasse.

Poi le dichiarazioni di Franco, che essendo defunto, non può più confermare né smentire, vanno valutate con cautela, non fosse altro perché sono state pronunciate in presenza dello stesso Berlusconi, che evidentemente il magistrato voleva in qualche misura ingraziarsi, e a cui di certo avrebbe dato una versione più “favorevole” della condanna, anche al fine di scusarsi. Insomma, visto il contesto non sono dichiarazioni che si possano prendere come oro colato.

Resta però il sospetto, pesante, che Berlusconi sia stato condannato ingiustamente. Ecco nelle prossime pagine alcune opinioni.



Lascia un commento