Amadeus prima di Sanremo difende la moglie Giovanna Civitillo



Giura che con Orietta Berti ha insistito lui. Che di canzoni rap e con autotune non gliene è arrivata nemmeno una. Che il criterio di scelta è sempre stato solo quanto potesse rivelarsi radiofonico un brano, lui che ha sempre l’anima da deejay.



E giura soprattutto che non ci aveva fatto poi tanto caso che, tranne rare eccezioni, il Covid, la pandemia, l’isolamento, il lockdown spariscono dalla gara del 71esimo Festival di Sanremo, dal prossimo 2 marzo. Tornano, invece, prepotenti, l’amore, la coppia, gli struggimenti, la nostalgia.

Insomma, Amadeus, ora che manca poco, sembra che i cantanti da lei scelti urlino, quasi tutti, “Non ce n’è Covid a Sanremo”. «Devo dire che non me ne sono arrivate proprio canzoni sul Covid, nemmeno tra quelle che alla fine non sono entrate nella mia scelta finale.

E di questo sono contento. Sarebbe stato forse troppo facile scegliere, chessò, quattro canzoni a tema sociale, quattro o cinque sul virus, eccetera. Invece evidentemente anche gli artisti hanno un desiderio di ripartenza e lo manifestano con questi brani».

Ventisei, due più dell’anno scorso, si andrà a letto alle due e passa! «Ma che ci posso fare se io a mezzanotte e mezza non ho sonno, invece Fiorello sì, lui è preoccupato. A parte gli scherzi, due canzoni in più sono otto minuti di più, in scaletta, dieci con le presentazioni. Non mi pare grave, è un piccolo segnale anche di risarcimento nei confronti del mondo della musica, fermo da un anno».

Si va dai 19 anni di Madame e Random fino ai 77 di Orietta Berti. «Non ho badato all’età! L’unica cosa a cui ho dato retta è quanto un brano mi emoziona. Tutto qui. È almeno da settembre che ascolto e riascolto canzoni che gli artisti mi mandano o che, in qualche caso, ho chiesto io a un cantante di farmi ascoltare. Ho tutta una mia playlist che metto in macchina tutte le volte che faccio Milano-Roma. Mi sono sentito anche un privilegiato per la fiducia che mi hanno dato gli artisti. La mia playlist ideale ne conteneva 30, non è stato facile selezionarne solo 26».
Stupisce che sia sparito il rap.

«È vero, anche tra i giovani c’è melodia, ritorno alle radici. Anche tanta solitudine, sarà perché molti comunque hanno scritto nel periodo del lockdown. Tornando poi alla canzone di Orietta, che ribadisco ho voluto io, è la storia d’amore con il suo Osvaldo. Quando l’ho sentita ho pensato ai miei genitori che stanno insieme da 60 anni, e mi sono immaginato davanti alla tv tante coppie come i miei che ci si sarebbero ritrovate. Ma anche tra qualcuno dei giovani ci sono canzoni con spunti d’amore autobiografici, perfino Random in fondo canta le emozioni di un adolescente di oggi. Poi invece ci sono giochi inaspettati, come quelli degli Extraliscio, il liscio in chiave 2021. Perché io a questa cosa del brano sanremese, scritto con regole speciali per il Festival, non ci ho mai creduto.

Per la mia visione, il Festival è il concentrato della musica che in questo momento suona in Italia, nelle case, in radio come in streaming. Questo ho cercato».
Per scatenarsi col rock arrivano i Maneskin e Lo Stato Sociale. Per divertire ecco l’inventiva di Max Gazzè e la Trifluoperazina, Cola-pesce e Dimartino, Willy Peyote e gli Extraliscio. I protocolli anti Covid prevedono distanziamento sul palco persino per i membri di un duo o una band? Come si farà?

«Chiariamo. Sarà un Festival di norme di attenzione ma non di esagerazione. Se due cantanti, come i Coma Cose, sono marito e moglie, non è che sul palco non possono stare vicini. Se una band vive insieme, si muove in pulmino insieme, non esageriamo a pretendere che salgano sul palco uno alla volta. Pensate che io e Fiorello potremmo mai non sfiorarci? Siamo realisti, impossibile. Tra l’altro per quanti controlli facciamo, io sono a quota 36 tamponi, potremmo anche stare vicini senza mascherina. L’ Ariston sarà davvero una bolla di sicurezza».
Stesse accortezze per gli ospiti?

«Ma certo! Immaginate quanto vive controllata tutti i giorni una Naomi. Matilda De Angelis attualmente sta girando un film, è “tamponata” tutti i giorni. Ovviamente, l’imprevisto, nonostante tutte le accortezze, ci può stare. Se un cantante dovesse essere positivo si dovrà ritirare. I protocolli valgono per tutti. Pure per me: sono settimane che dico a Fiore di… prepararsi all’eventualità di dover condurre da solo (ndr: ride)». E in caso di malanni minori, ci sono titoli come Arnica di Gio Evan, o II farmacista di Max Gazzè.

«Ve l’ho detto che non c’è un solo tipo di canzone sanremese. La musica per un po’ mi auguro possa far dimenticare ogni male».
Novità nella lista degli ospiti? «Ci lavoro giorno per giorno. Negramaro e Amoroso confermati. Sto lavorando per avere Loredana Bertè, Benigni e Celentano. E per Jovanotti la porta è sempre aperta ogni sera».

Qualcuno già le chiede il terzo Festival? «Sarebbe da matti pensarci quando non so se riesco a portare a casa il secondo. È complesso mandare avanti una macchina di questo tipo. Ma, ribadisco, non ho mai pensato di abbandonare». Sua moglie Giovanna al Prima Festival ha attirato critiche. «Sono contento se Rai Pubblicità e gli sponsor hanno pensato a lei, ma Giovanna voglio ricordare che aveva una carriera televisiva anche prima di me. Spesso in questo Paese ci si scandalizza della moglie e non dell’amante».



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