Ambra Angiolini colpita due volte, brutto periodo



Non si spegne l’eco della polemica per il Tapiro d’Oro ad Ambra Angiolini. Ci vogliono stile, intelligenza e ironia per affrontare certe situazioni: Ambra ne ha da vendere e lo ha dimostrato sia durante che dopo il faccia a faccia con Valerio Staffelli di Striscia La Notizia.



Alla base della consegna del Tapiro c’è la fine della storia tra l’attrice e Massimiliano Allegri, tecnico della Juventus. Quattro anni insieme, un amore che vive di alti, bassi e di lockdown. Lui prende una pausa dal lavoro per poi tornare in panchina, alla guida del club bianconero. Lei lo segue a Milano, iniziano a convivere. Qualcosa va storto, il sentimento si affievolisce. Le voci di una possibile rottura si rincorrono, la conferma arriva dai giornali.

Poi il Tapiro. Come può la dolorosa fine di una relazione valere un “riconoscimento” che di solito si dà a chi commette gaffe o scivoloni su fatti di cronaca e costume? Nel caso della fine di un amore, su cui incombe pure l’ombra del tradimento (da parte di lui), il Tapiro suona insensato, inopportuno e di cattivo gusto.

Anche le battute grossolane di Staffelli in TV non sono piaciute e la risposta di diversi personaggi pubblici non si è fatta attendere. Selvaggia Lucarelli, Francesca Barra e Laura Chiatti sono scese in campo al fianco di Ambra.

Ma a lasciare senza fiato è il messaggio di Jolanda, figlia dell’attrice e di Francesco Renga. «Oggi la mia mamma ha ricevuto un Tapiro in seguito alla pubblicazione di vari articoli sulla fine della sua relazione, ma il motivo non mi è chiaro. So bene che secondo alcuni, in quanto personaggio pubblico, è giusto che la sua vita, anche quella privata, venga sbandierata ai quattro venti ma è davvero necessario infierire?», ha scritto la giovane 17enne su Instagram.

E ancora: «Perché venire da lei a Milano? Perché non andare a Torino? Perché si è fidata della persona con cui stava e con cui ha condiviso quattro anni della sua vita? Anche se questa persona si è rivelata diversa, la colpa è di chi si fida o di chi tradisce la fiducia, e tradisce in ogni senso possibile?». Questa sì che è una grande lezione di maturità (e coraggio)! Abbiamo tutti da imparare e da riflettere.

Che si tratti di amori finiti, tradimenti, relazioni segnate dalla differenza d’età o di altro, la questione è sempre la stessa: perché all’uomo si concede tutto, mentre la donna viene sempre colpevolizzata e giudicata? «Al di là di quello che prevede la legge, è come se nella sensibilità e nella mentalità delle persone la donna avesse meno diritti dell’uomo », spiega a Gente l’antropologo Marino Niola, professore di antropologia del contemporaneo all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. «Un uomo può stare con una donna più giovane, ma se succede il contrario tutti hanno da ridire e si fa anche della facile ironia. Se una donna viene lasciata diventa quasi colpa sua, come se non sia stata in grado di “tenersi un uomo”.

È tipico di una società che al di là delle conquiste che sta facendo, resta misogina e patriarcale». Ma non è che a spaventare gli uomini e la società sono l’identità, la forza e l’intelligenza emotiva delle donne? «Sì, è così. Il mondo tenta sempre di controllare questa energia femminile, che è energia emotiva e razionale insieme. La donna è mediamente più intelligente dell’uomo, lo dico anche in virtù della mia lunga esperienza da professore universitario: non c’è storia.

Le donne sono più interessate, più vivaci, più disposte all’apertura. È tutto questo che spaventa. La rincorsa della donna mette molto a disagio gli uomini, che non si sentono all’altezza, non sono capaci di correre alla stessa velocità, e tentano come possono di mantenere il controllo e la loro posizione. Continuando così non andremo da nessuna parte. È necessario afferrare un concetto: l’energia femminile fa bene a tutta la società perché senza saremmo come un aereo che vola con un solo motore.

Perché rinunciarci, quando ne abbiamo due a disposizione?», conclude Niola. La donna è il motore della vita e Ambra lo sa bene. Dai microfoni dell’emittente Radio Capital ha ringraziato e detto la sua, commossa: «Esiste per tutti il giorno zero, è un momento in cui non si vince, non si perde, ma si riparte. Ci si allontana dalle persone che diventano ricordi, da quelle che non restano, da quelle che in fondo non ci sono mai state. Si chiama giorno zero perché quello che segue lo zero è sempre un inizio. E negli inizi non si conosce sconfitta».



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