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Altro giro, altro esame. Soprattutto per il Napoli che guarda alla sfida contro il Parma come ad un’altra occasione da non perdere per restare agganciati a quella zona Champions che è l’unico obiettivo da non fallire in questa stagione. La tensione si è alzata alle stelle, dopo la bufera scatenatasi nell’immediato post gara di Verona, con De Laurentiis che ha fatto fuoco e fiamme contro allenatore e ds. Poi il presidente è tornato sereno e ha voluto trasmettere lo stesso sentimento mercoledì al gruppo squadra nel ritiro che ha preceduto i quarti di Coppa Italia contro lo Spezia. Toni cordiali, quelli del patron nel corso della cena, ma anche la minaccia del pugno duro se i calciatori dovessero ripetere lo stesso atteggiamento indolente visto lo scorso anno con Ancelotti in panchina.

E Gattuso? Con il coach è in atto la classica tregua armata ed i rapporti non sono più eccellenti come la scorsa estate, tanto che il rinnovo di contratto si è congelato da quando è tornato nelle mani dell’allenatore. «Nessuna distrazione» è l’imperativo che Gattuso rivolge prima a se stesso e poi alla squadra che mercoledì contro lo Spezia ha vissuto un finale di match con la solita difesa da brividi. Due gol subiti dopo l’ingresso in campo di Mertens e Osimhen, un po’ per sfortuna e parecchio per distrazione.

Ed è proprio la scarsa concentrazione che ha costretto la squadra azzurra a subire 7 reti nelle ultime 3 gare. Ecco perchè anche oggi col Parma, il coach azzurro vuole puntare ancora su Ospina e sullo schieramento solito, con Di Lorenzo e Mario Rui sulle corsie e Manolas-Koulibaly centrali. Un dubbio se lo porterà dietro fino a stamattina: Bakayoko oppure Elmas nel ruolo di mediano destro, con Demme centrale e Zielinski che farà la spola tra centrocampo ed attacco. Il sistema di gioco? Di base è un 4-2-3-1, ma con variazione in corso sul 4-3-3. In attacco Lozano e Insigne sugli esterni ed il recuperato Petagna al centro.

Osimhen sarà seduto in panchina, ancora alle prese con una preparazione fisica non ottimale a causa del gran numero di partite che non gli permette di lavorare tutti i giorni nel programma che gli è stato prescritto. Mertens, invece, è stato costretto a tornare nel centro di riabilitazione Move to cure di Anversa per riprendere il percorso di riabilitazione alla caviglia sinistra infortunata lo scorso 16 dicembre a San Siro contro l’Inter. Probabilmente, il desiderio di essere presente nella finale di Supercoppa contro la Juventus lo ha portato ad affrettare i tempi rispetto al ruolino di marcia che sarebbe stato necessario seguire per tornare in campo e non essere costretto a fermarsi nuovamente. Anche Lobotka dovrebbe dare forfait oggi pomeriggio, perchè ieri sera è stato colpito da un leggero stato influenzale.

La squadra è dalla parte di Gattuso e oggi contro il Parma vuole dimostrarglielo sotto gli occhi del presidente atteso di nuovo allo stadio. «Il mister ci sta aiutando, ci spinge, lui pensa solo alla squadra e questa è la nostra forza per dare il 100%. Ora vuole vedere i risultati di un anno di lavoro e noi dobbiamo dimostrare che diamo tutto per lui. Abbiamo bisogno di punti – ha spiegato Koulibaly a Radio Kiss Kiss – e faremo di tutto per vincere. Servirà mentalità, cattiveria e concentrazione. Dobbiamo stare attenti, non subire gol, dobbiamo essere di nuovo una delle migliori difese. Soprattutto noi difensori dobbiamo gestire meglio le partite e, quando non si può vincere, c’è sempre il pareggio».

«Gara proibitiva, ma nel calcio niente è impossibile». Roberto D’Aversa fotografa così la sfida contro il Napoli dell’amico Gattuso, consapevole che il Parma ha un disperato bisogno di punti per tirarsi fuori dalle zone paludose della classifica. I gialloblù non vincono in campionato da 10 partite, ma lo scorso anno contro i partenopei conquistarono 6 punti. Ma al di là dei numeri oggi conterà «azzerare tutto, perché spesso e volentieri poi le negatività puoi portarle in campo e noi in questo momento non ce lo possiamo permettere. Siamo in difficoltà e dobbiamo fare le cose in maniera propositiva». Prima convocazione per il neo acquisto Dennis Man, il più costoso dell’era Krause (13 milioni più 2 di bonus): «Si è allenato con la squadra solo nella rifinitura. E’ stato fatto un investimento importante – continua D’Aversa -, ma bisogna ragionare sul fatto che arriva da un campionato diverso dal nostro; bisogna dare il tempo al ragazzo». Iacoponi è in dubbio, torna Osorio, a centrocampo ballottaggio Grassi-Brugman. Modulo 4-3-3, ma non è da escludere la difesa a 3. Ieri è arrivato in città il neo acquisto Mattia Bani e nelle prossime ore è atteso Joshua Zirkzee (Bayern Monaco).

Dallo Spezia allo Spezia, sette partite in 22 giorni a gennaio, che hanno chiuso il periodo peggiore del Napoli in questa stagione. Quattro vittorie, due in campionato (Udinese e Fiorentina), due in Coppa Italia (Empoli e Spezia), ma anche tre sconfitte, con Spezia e Verona oltre alla finale di Supercoppa con la Juventus. Però ora il peggio sembra alle spalle. I ritorni di Mertens e Osimhen, anche se a corto di condizione, sono il simbolo di un Napoli che sta per rinascere dai lapilli che erano stati generati da un’esplosione mediatica spenta da De Laurentiis con il blitz nel ritiro degli azzurri la sera prima degli ottavi di Coppa Italia e con il quale confermò allo spogliatoio il suo totale appoggio all’allenatore. Non solo De Laurentiis, anche la squadra è con Gattuso e lo ha dimostrato con il primo tempo pirotecnico contro lo Spezia, con 4 gol all’attivo senza subirne. Poco conta che negli ultimi 20 minuti, quando il Napoli aveva tirato i remi in barca e Gattuso aveva messo in campo Mertens e Osimhen per fargli fare minutaggio, lo Spezia abbia accorciato due volte, approfittando della solita dormita difensiva e della sfortunata deviazione di Manolas che ha reso vano l’intervento di Ospina. A parte i due gol, il portiere del Napoli non è mai stato impegnato (zero parate nella tabella statistiche). Ora i napoletani si attendono che la bella risposta in Coppa Italia venga replicata: 9 partite tra campionato (Parma, Genoa, Juventus, Atalanta e Benevento), la semifinale di Coppa Italia (due volte con l’Atalanta) ed i sedicesimi di Europa League (due volte con il Granada). Una vera e propria corsa ad ostacoli alla quale il Napoli si iscrive con tutti i calciatori a disposizione, perché a fine settimana si attende anche il tampone negativo di Fabian Ruiz. Da oggi Gattuso e il Napoli prepareranno gara per gara, sapendo che tutti torneranno utili ad una causa che è tornata ad essere comune. Il Napoli è con Gattuso, lo è sempre stato, così come Ringhio ha sposato il progetto e non intende lasciarlo incompiuto in questa stagione. La storia delle dimissioni che il presidente De Laurentiis avrebbe preteso dopo il 3-1 di Verona è stata archiviata sotto la voce “fandonia”, perché non è nello stile di De Laurentiis mollare un tecnico così drasticamente, tra l’altro in una stagione che vede il Napoli protagonista su più fronti. Poi si vedrà a fine campionato se le parti saranno felici di proseguire, firmando quel contratto ormai messo a posto in ogni sua parte. L’obiettivo continua ad essere il ritorno in Champions e, con 20 partite ancora da giocarsi, il Napoli può centrare il traguardo. Bisogna cominciare il girone di ritorno col piede giusto contro il Parma, cioè la squadra che diede il “la” agli azzurri col 4-2-3-1, grazie all’inserimento di Osimhen dopo un’ora di partita. Anche stavolta il nigeriano sarà in panchina e con lui Mertens, perché bisognerà ancora aspettare per rivederli al meglio. Oggi Gattuso inizierà a lavorare sulla squadra da mandare in campo domenica. La buona notizia è il completo recupero di Petagna, che andrà al centro dell’attacco, permettendo così a Lozano di tornare sulla corsia destra. Il messicano è letteralmente esploso con Gattuso, tanto da diventare capocannoniere della squadra: 12 gol in 27 partite.



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