Albano Carrisi e Loredana Lecciso ultime notizie da Cellino



Restare indifferenti di fronte alle immagini che arrivano dall’Ucraina è impossibile. Di certo lo è per Albano Carrisi e Loredana Lecciso, che hanno deciso di accogliere nella tenuta di Cellino San Marco quattro ucraini in fuga dalla guerra scatenata da Putin, dimostrando di avere un grande cuore. «Non lo definirei grande, ma semplicemente normale», si schermisce Al Bano.



E aggiunge: «Negli anni scorsi sono andato spesso a cantare in Ucraina e oggi -che c’è la guerra e c’è bisogno di dare una mano – mi metto a disposizione degli altri. Mi viene naturale e non ci vedo nulla di straordinario. Quello che stiamo facendo io e Loredana, e come noi anche tanti altri pugliesi e italiani, a mio avviso dovrebbe passare quasi inosservato».

L’idea di aprire le porte di casa è venuta sia al cantante sia alla compagna pratica-mente in contemporanea: «Qualche giorno fa ho telefonato ad Al Bano, che era in America per lavoro, per dirgli che sarebbe stato bello accogliere un bambino o una bambina ucraini, per offrire il nostro piccolo contributo in questa situazione di emergenza», racconta la Lecciso. «Lui mi ha risposto che aveva pensato la stessa cosa e che sarebbe stato ancora più bello ospitare più persone.

Così abbiamo deciso. Nessuno, purtroppo, può nulla contro questa terribile guerra, quello che possiamo fare è offrire una solidarietà concreta a chi scappa, anche con piccoli gesti, ognuno in base alle proprie possibilità». Al Bano, che cosa puoi dirci degli ospiti ucraini che da qualche giorno vivono nella tua tenuta di Cellino San Marco? «Abbiamo aperto le porte di casa a un’insegnante, al suo bambino di 7 anni e a due dei suoi studenti, che hanno 16 e 18 anni.

Una sorta di piccolo nucleo familiare. Chi fugge dalla guerra si trova costretto ad abbandonare tutto e tutti e arriva in un Paese dove si parla una lingua che non conosce, perciò per me è importante che abbia la possibilità di vivere assieme a persone con cui può dialogare. Come noi, altre famiglie della zona si sono rese disponibili ad accogliere i 17 profughi arrivati a Cellino nei giorni scorsi».

Come li avete accolti tu e Loredana? «Con una bella cena in famiglia. Ci siamo seduti tutti assieme allo stesso tavolo: con noi c’erano anche nostra figlia Jasmine e due coppie di cari amici. I nostri ospiti ci hanno raccontato il lungo viaggio che hanno dovuto affrontare, su quattro pullman diversi e attraverso altrettante nazioni, per fuggire dagli orrori della guerra e arrivare finalmente in Italia.

Nel corso della serata abbiamo cercato di mettere da parte i ricordi più brutti per lasciare spazio ai sorrisi, che con immensa gioia ho visto sui loro volti». Nei prossimi giorni farai scoprire ai tuoi ospiti le bellezze della tua terra? «Ovviamente sì. Mi darà una mano Jasmine, che ha subito legato molto con i due ragazzi più grandi. Mi piacerebbe, però, che oltre alla bellezza della Puglia scoprissero pure la grande umanità dei pugliesi e di tutti gli italiani».

La speranza è che sempre più persone seguano il vostro esempio… «Ognuno chieda al suo cuore che cosa può fare per gli altri e, ovviamente se ne ha la possibilità, lo faccia». Tre anni fa tu, proprio come Pupo, eri stato inserito nella lista dei 147 k “indesiderati” in Ucraina per via delle tue p simpatie politiche per 11′ il presidente russo Vladimir Putin.

«Quando ho scoperto di essere stato inserito nella “black list” per una mia intervista in cui parlavo di Putin, mi sono sentito in dover di chiamare l’ambasciatore per chiedere che cosa avessi fatto di male, visto che avevo semplicemente espresso un mio giudizio, e certo non ero un terrorista. Per fortuna hanno capito la mia buona fede e sono stato cancellato da quella lista».

Tu hai avuto modo, in passato, di conoscere Putin e anche, sotto certi a-spetti, di ammirarlo. Oggi l’idea che avevi del presidente russo è cambiata? «Oggi purtroppo sta lavorando contro la storia. E pensare che ha fatto tanto per la Russia, ha costruito rapporti internazionali, è stato candidato al Premio Nobel e Time gli ha persino dedicato una copertina come “uomo dell’anno”! Putin per me è stato un grande, ma adesso ha fatto un passo sbagliato, anzi sbagliatissimo: un attacco di quel genere non si fa. La vita, e anche il territorio degli altri, dovrebbero essere sacri».

Pensi che Vladimir Putin porrà fine alla guerra tra Russia e Ucraina? Che idea ti sei fatto della situazione?«Mi auguro con tutto il cuore che la guerra finisca, perché non vedo l’ora che torni la pace. E questo ovviamente vale non solo per l’Ucraina, ma per tutto il mondo».



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