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anticipazioni uomini e donne 1 febbraio

Anticipazioni Uomini e Donne oggi martedì 22 novembre 2022: ultime su Ida, Riccardo e Alessandro



È stato riferito che Ida Platano potrebbe apparire a Uomini e Donne per rispondere delle sue azioni in questa puntata, che sarà registrata il 22 novembre.

Martedì 22 novembre andranno in onda le prime anticipazioni della registrazione di Uomini e Donne. In questa puntata, la donna del rapporto a tre che coinvolge Ida Platano potrebbe tornare dopo qualche settimana di assenza. Non è di nuovo alla ricerca dell’amore, ma aggiornerà i fan sul suo stato di relazione e risponderà alle critiche come anticipato da Lorenzo Pugnaloni. In molti hanno criticato la sua scelta nello studio di Canale 5.



È stato riferito che Ida ha lasciato il programma per cercare di vivere la sua relazione con il cavaliere Alessandro Vicinanza lontano dalle telecamere. Il problema, secondo i detrattori della signora, sarebbe che la loro storia non è destinata a durare. D’altra parte, Ida ha annunciato di non essere innamorata di Alessandro solo pochi mesi prima che lui dichiarasse i suoi sentimenti per lei. Questo potrebbe spiegare alcune delle critiche ricevute da Platano.

Se poi si aggiungono le critiche di chi non l’ha mai amata, come l’opinionista Tina Cipollari, si capisce perché il ritorno della signora nello studio di Uomini e Donne sarebbe comunque imminente. Per quanto riguarda il posto sul trono classico, vi aspettiamo almeno una scelta nelle prossime registrazioni per i tronisti. Almeno uno di loro dovrà fare una scelta da mandare in onda prima di Natale, prima di andare in pausa. Il più vicino alla fine del suo percorso sul trono sembra essere Federico Nicotera, diviso tra Alice e Carola, due corteggiatrici ormai giunte al rush finale.

Aveva solo otto anni Ida Platano quando una bambina gentile, sua vicina di casa, le ha regalato una bambola bionda dai capelli lunghi tutti da acconciare, colorare, pettinare. Con quel giocattolo tra le mani, già in tenerissima età, Ida ha capito cosa, da grande, avrebbe voluto fare.

La bambina di otto anni che con i pennarelli colorava le ciocche della sua bambola, oggi è fiera della donna che è; guardando indietro, parla con orgoglio e tenerezza del lungo e tortuoso percorso che l’ha portata a diventare un’imprenditrice di successo. «Ho iniziato giovanissima a lavorare in un salone di bellezza, quando abitavo ancora a Palermo» ci ha raccontato la Platano con gli occhi lucidi di emozione; «all’inizio facevo solo gli shampoo e spazzavo a terra, il mio primo datore di lavoro è stato il mio maestro». La svolta di Ida è arrivata molti anni dopo quando, trasferitasi a Brescia per amore, ha iniziato a gestire diversi saloni «fino a quando ho capito che era arrivato il momento di aprire qualcosa di mio, così ho chiesto un grosso finanziamento e mi sono messa in gioco: è stato un salto nel buio». Il salone di Ida, portato avanti con tanti sacrifici, è un po’ il simbolo della sua determinazione.

Ida, quando è nata la sua passio* ne per i capelli? Era una di quelle bambine che si sbizzarriva con le chiome bionde delle bambole? «Avevo solo otto anni quando ho cominciato ad appassionarmi al mondo dei capelli. E sì, anche io ho iniziato con una bambola che, però, non era una Barbie perché non ne avevo. La mia era una bambola bionda che mi aveva regalato una bambina mia vicina di casa. Ricordo che, appena ricevuta, ho cominciato a farle le ciocche tutte di colori diversi con i pennarelli: verde, rosa e chi più ne ha più ne metta!».

Ci racconti della sua gavotta prima di aprire il salone a Broscia. «Quando abitavo ancora a Palermo ho iniziato a lavorare per una coppia di parrucchieri che avevano un salone dedicato sia agli uomini che alle donne. Non avendo esperienza, per i primi tempi mi limitavo a fare gli shampoo e a spazzare per terra. Il proprietario di questo salone è poi diventato il mio maestro: è stato lui a darmi l’input di buttarmi nel mondo del lavoro perché mi vedeva appassionata…». Cosa ama, in particolare, della sua professione? «Il cambiamento che un giusto taglio o un giusto colore danno alle persone. Ricordo ancora che, ben prima di potermi permettere di lavorare sulle teste delle clienti a Palermo, ero affascinata da quello che si poteva fare e non vedevo l’ora di provarci, lo stessa, poco dopo aver iniziato la gavetta, ho completamente cambiato look: quando ho cominciato avevo i capelli lunghissimi e dopo una settimana mi sono fatta un caschetto viola. Non dimenticherò mai la faccia sconvolta dei miei genitori quando sono tornata a casa! (Sorride)».

Poi, però, il suo “primo salone” lo ha lasciato. «Sì, quando per amore da Palermo sono arrivata a Brescia dove ho incontrato due fratelli parrucchieri e ho iniziato a lavorare per loro. mi hanno letteralmente affidato un’attività, ne ero la responsabile. Non le nascondo che all’epoca avevo un po’ di paura, non ero certa di essere in grado di poter reggere la responsabilità, soprattutto in una città nuova e diversa dalla mia dove non conoscevo ancora nessuno».

Come ha superato questa paura? «Sono sempre stata una donna coraggiosa e anche i miei due capi mi hanno aiutata, mi hanno dato la forza perché sapevano bene che ero una persona capace. Quando li ho lasciati, sono passata a lavorare per una collega donna che mi ha dato in gestione un salone enorme con ben dieci dipendenti e lì c’è stata la svolta: dopo due anni mi sono sentita pronta finalmente ad aprire qualcosa di mio».

Quali sono state le difficoltà che ha incontrato nel diventare un’imprenditrice? «la verità c che non avevo le possibilità economiche: è stata quella la difficoltà più grande. Ter aprire il mio salone ho fallo un finanziamento e all’epoca non avevo neanche una busta paga su cui appoggiarmi: è stato un vero e proprio salto nel buio, anche perché dalla mia ex titolare ero pagata molto bene».
Anche quel salto nel buio lì per lì le ha fatto paura? «No, zero. Ero e sono una donna determinata, desideravo tantissimo avere un’attività tutta mia e tale desiderio mi faceva sentire invincibile».

Armando Incarnato: ”Marinavo la scuola per amore”

«La prima volta che mi sono innamorato avevo tredici anni. L’ho conosciuta su una spiaggia in Calabria, dove andavo in vacanza con i miei: dall’istante in cui l’ho vista per noi è iniziata una lunghissima storia d’amore durata quasi vent’anni, e dalla quale è nata una bambina. In realtà, all’inizio non sapevo dare un nome al sentimento che provavo ma sentivo che averla a fianco mi faceva sentire più uomo. Poi, capito di essere innamorato – pensavo a questa ragazza ogni istante e anteponevo sempre i miei bisogni ai suoi – mi sono dichiarato. Lei è stata il mio primo “tutto”, anche il mio primo bacio.

Ne ho fatte di follie per vederla, soprattutto i primi anni quando vivevo a Napoli e lei viveva ancora in Calabria. Spesso marinavo la scuola, dicevo a mia madre che sarei rientrato la sera, che sarei andato a studiare a casa di un amico e invece prendevo il treno la mattina presto, la raggiungevo solo per passare insieme quelle poche ore che ci sembravano un’eternità, e tornavo a casa puntuale per le otto di sera. Un anno sono stato addirittura bocciato per le troppe assenze (sorride). Poi lei è venuta a Napoli e abbiamo convissuto, ci siamo laureati insieme. Eravamo talmente uniti che eravamo certi che niente e nessuno potesse dividerci, e mai abbiamo lottato per il nostro amore: non ce n’e-ra bisogno, era troppo forte. Ricordo che parlavamo in un codice che conoscevamo solo noi, ogni istante trascorso con lei era amore puro. Era l’unica persona a sapere tutto di me e avevamo una complicità senza uguali. Donne come lei non è facile trovarle».

«La delusione più grande l’ho avuta quando ho capito che, a causa mia, l’amore l’avevo perso. Purtroppo ho lasciato una relazione importante, quella del mio primo tutto, per la persona sbagliata. Invece di una nuova favola mi ha fatto vivere un incubo lungo sette anni. Quando ho capito cosa avessi fatto, cosa avessi perso, mi sono sentito deluso da me stesso, soprattutto nel vedere quanto dolore avevo provocato. Ho toccato il fondo in tutti i sensi: ho sofferto di ansia, di depressione, avevo attacchi di panico e disprezzavo ogni cosa. In momenti così è difficile trovare qualcuno che sia realmente in grado di starti a fianco, anche perché vicino non vuoi nessuno. lo, ad esempio, inventavo scuse su scuse per non uscire dicendo che avevo altri impegni. In realtà avevo solo voglia di dormire perché restando sveglio sarei stato costretto ad affrontare la situazione. Ad aiutarmi in questa situazione è arrivata Yanet, che in passato è stata anche ospite a Uomini e Donne per confermare che non stessimo più insieme. Mi ha conosciuto che ero a pezzi, magrissimo, testa e cuore distrutti. Lei si è presa cura di me con enorme pazienza e, giorno dopo giorno, piano piano, ho iniziato a fidarmi e ho deciso di alzarmi da quel letto e di ritornare a vivere. Da tutto quello che mi è successo ho capito che, a volte, l’interesse delle persone supera l’amore; ma anche che esistono individui che sanno fingere i sentimenti e da allora, per me, è diventato difficilissimo fidarmi».

Federica Versano: ”Mi sono trovata da sola, ero incinta”

«La più grande sofferenza in amore l’ho provata con il padre di mio figlio. Credevo fosse l’uomo della mia vita ma mi sono accorta di essere rimasta da sola in quella coppia, forse amavo da sola. È stato un periodo doloroso, penso di aver preso una grande “tranvata”. In generale l’amore può finire, ma certe cose… mi hanno fatto venire molti dubbi sul suo sentimento. Ero incinta, senza un compagno, ed è stata tosta. Parlarne mi fa scendere ancora le lacrime (si commuove, ndr). Ma poi ho pensato che con me c’era qualcun altro, un bimbo, e che dovevo farcela, per forza. Il tempo non guarisce le ferite ma ti dà tanto sollievo, ti distrae da quel pensiero. Hai tante cose da fare, nuove occasioni. Ho toccato il fondo, ma andare in psicoterapia mi ha aiutato parecchio, quindi posso dire che le persone a cui devo la mia rinascita sono il mio psicologo e mio figlio. Anche dopo la giornata più pesante lo guardo e mi passa, vedo un bimbo sereno e mi do una grande pacca sulla spalla. Questa storia mi ha fatto capire cosa voglio: un uomo deciso, che non scappi di fronte ai problemi e che li affronti, ma soprattutto che sappia amare».

«La prima volta ero piccina, quattordici anni… Come l’ho capito? Perché i pensieri erano su di lui, le chiacchiere con le amiche su di lui, sentivo le prime farfalline nello stomaco. Anche alla fine credo che l’amore sia uguale a ogni età e dia le stesse forti sensazioni. Lui era il figlio della maestra delle elementari, e già da piccolissimi mi faceva il filo. Anni dopo, quando ero adolescente, in una sera d’estate mentre mi trovavo fuori da una villetta sul motorino di un mio amico, sento una mano sulla spalla. Ecco, era lui. All’inizio mi stava antipatico, ma poi piano piano… mi sono innamorata. Si è dichiarato lui, ha sempre fatto tutto lui. Il primo bacio ce lo siamo scambiati davanti a quella villetta. Stavo mettendo il lucidalabbra e lui mi chiede: “Posso vedere come ti sta?”, e lì è scattato il nostro primo bacio, che è stato bellissimo. Siamo stati insieme otto anni, una storia dolce, romantica, ci siamo voluti bene, e per lui di follie ne ho fatte parecchie. Poi lui si è trasferito a Modena per studiare. A diciotto anni prendevo spesso il treno, mi facevo sei ore ad andare e sei a tornare, nello stesso giorno. E il giorno dopo avevo scuola. Non ho mai dovuto lottare per questo amore, l’unico problema era la distanza. Ci siamo un po’ allontanati, lui purtroppo ha sbagliato… e io non sono riuscita a superarla. Ogni messaggio che arrivava, per me era un dubbio. E così ho deciso di chiuderla. Parecchi anni dopo mi sono trovata da sola, incinta, e mi è venuta in mente quella frase di Massimo Troisi: “Un grande amore si capisce solo a posteriori”. In quel periodo una sera passò da me, mi citofonò e ci abbracciammo, anche se vedermi così gli sembrava un po’ strano. Abbiamo trascorso la serata sul terrazzo a chiacchierare, e quell’abbraccio mi è rimasto dentro. Ho capito che i grandi amori possono finire, ma restano comunque grandi amori. A posteriori lo riconosco».

Federico Denise: ” Lasciato senza una spiegazione”

«Per amore ho sofferto: sia la prima che la seconda volta che mi sono innamorato. La seconda ragazza con cui sono stato fidanzato mi ha lasciato, ma senza dirmi il motivo per cui l’aveva fatto. Semplicemente non mi ha mai più risposto al telefono. Quando è finita ho pensato a molte cose, ma ho cercato di svagarmi, di allontanare questi pensieri, soprattutto stando con i miei amici e uscendo con loro. Sono stati proprio gli amici, oltre alla mia famiglia, a tirarmi su il morale dopo questa brutta delusione d’amore. Grazie a loro mi sono ripreso. Di quella storia ho ricordi belli e brutti, ma di certo ho imparato che in una relazione un po’ di gelosia va bene, ma quando è troppa c’è qualcosa che non va». «Il mio primo amore si chiamava Sofia. Ci siamo conosciuti quando avevo circa sedici o diciassette anni. Il modo in cui ci siamo conosciuti è curioso: io ero con i miei amici, lei con le sue amiche fuori da una discoteca e non volevano far entrare nessuno dei due gruppi a causa dell’età. E cosi mi sono avvicinato e le ho chiesto di venire a bere qualcosa con me. Il primo bacio con Sofia è arrivato ancora prima che mi dichiarassi, tra noi è scattato subito qualcosa. Non abbiamo dovuto lottare contro qualcuno per viverci questa storia, è stato tutto molto lineare. E direi che non ho fatto follie per amore, ma perché penso che l’amore non si dimostri così, bensì con i piccoli gesti della vita di tutti i giorni».



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