Alex Cotoia: il ragazzo che ha ucciso il padre per difendere la madre condannato a 6 anni di carcere



La storia di Alex Cotoia, il giovane di Collegno (Torino) che ha ucciso suo padre per difendere sua madre, ha preso una nuova svolta con una condanna a sei anni di carcere pronunciata dalla corte d’assise d’appello di Torino. Questo verdetto rappresenta un ribaltamento della sentenza di primo grado, in cui il giovane era stato assolto per legittima difesa. Ma quali sono le ragioni che hanno portato a questo verdetto controverso? Scopriamolo nei dettagli.



Il Nuovo Verdetto: Nel corso dell’ennesima lite familiare avvenuta il 30 aprile 2020, Alex Cotoia ha ucciso suo padre con coltellate, sostenendo di aver agito per difendere sua madre dalle continue violenze del coniuge. La sentenza di primo grado aveva riconosciuto la sua azione come un atto di legittima difesa, ma la corte d’appello ha ora stabilito una condanna a sei anni, due mesi e venti giorni di reclusione.

La Dichiarazione della Famiglia: Il fratello del giovane, Loris Pompa, ha sostenuto con forza che Alex dovrebbe essere assolto, affermando che il gesto ha salvato loro la vita. Ha espresso la necessità di cambiamenti nel sistema giudiziario per evitare che tragedie come quella di Giulia Cecchettin si ripetano. La madre di Alex ha insistito sul fatto che suo figlio non è un assassino e ha sollevato domande sulla società che sembra non fare abbastanza per proteggere le donne.

La Valutazione delle Testimonianze: I giudici hanno deciso di trasmettere gli atti in procura per riesaminare le testimonianze rese dal fratello e dalla madre di Alex. Questo è stato fatto in seguito a una pronuncia della Corte costituzionale che ha permesso l’applicazione di alcune attenuanti piuttosto che aggravanti. La richiesta iniziale del procuratore generale era di 14 anni di carcere, ma i giudici hanno applicato tre attenuanti: semi infermità mentale, provocazione e generiche.

Le Reazioni all’Omicidio: L’avvocato difensore di Alex, Claudio Strata, ha definito la sentenza “incomprensibile” e “difficile da accettare”. Ha sollevato dubbi sulla necessità di riesaminare le testimonianze della madre e del fratello, sottolineando che erano stati ascoltati precedentemente e ritenuti affidabili dai giudici di primo grado.

Il Contesto Familiare: La madre e il fratello di Alex hanno fornito una descrizione inquietante del comportamento violento di Giuseppe Pompa, il padre ucciso. Hanno raccontato che, il giorno dell’omicidio, Giuseppe aveva spiato sua moglie e si era infuriato per un gesto apparentemente innocente di un collega di lei. L’aggressione che ne è seguita ha spinto Alex e suo fratello a temere per la loro vita.

Conclusioni: Il caso di Alex Cotoia rappresenta un dibattito complesso tra legittima difesa e omicidio. La recente condanna a sei anni di carcere ha scatenato polemiche e sollevato domande sulla giustizia e sulla protezione delle donne nelle situazioni di violenza domestica. La trasmissione degli atti in procura e l’analisi delle testimonianze forniranno ulteriori dettagli sulla decisione della corte d’appello e sul destino di Alex Cotoia.



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