Caccia russo scaglia missile verso aereo britannico, unicamente un guasto tecnico ha scongiurato l’apocalittica Terza guerra mondiale



L’emozionante rivelazione nei “Pentagono leaks”: l’intenso episodio dello scorso settembre



Profondità dello spazio aereo internazionale sul Mar Nero, nelle vicinanze della Crimea occupata dai russi. Un ardito aereo da ricognizione della RAF, Royal Air Force britannica, solca i cieli per controlli ordinari, quando improvvisamente viene intercettato da una feroce squadra di caccia Su-27 russi, i supersonici Sukhoi Su-27. L’aereo della RAF è un Rc-135 Rivet Joint, disarmato, una maestosa macchina prodotta dalla Boeing, capace di ospitare un equipaggio fino a 30 persone.

L’ordine fatale e il missile

Il pilota di uno dei caccia russi, pieno di tensione, comunica con l’operatore radar a terra e tragicamente fraintende il messaggio, convinto di avere ricevuto l’ordine di abbattere il jet britannico. Lancia il missile. Se dovesse colpire il bersaglio, se dovesse realmente abbattere l’aereo della RAF, la guerra avrebbe un’escalation drammatica: la NATO, secondo l’articolo 5, dovrebbe rispondere, poiché un jet di un paese membro sarebbe stato attaccato e distrutto.

Tuttavia, un problema tecnico interviene, il missile non viene lanciato correttamente. Il Cremlino afferma che si è trattato di un «malfunzionamento tecnico», negando l’intenzione di abbattere l’aereo britannico. L’incidente viene archiviato, la terza guerra mondiale non inizia. Ma funzionari americani interpellati dal New York Times parlano di un incidente «veramente spaventoso» con potenziali conseguenze drammatiche.

L’episodio si è svolto il 29 settembre passato, parzialmente già narrato, ma pochi ne avevano percepito la gravità. I “Pentagono leaks”, le preziose informazioni dell’intelligence USA emerse in questi giorni, contribuiscono a delineare l’enormità di quanto accaduto, il pericolo sfiorato, e la ricostruzione del New York Times, anche basata su testimonianze raccolte, conferma questo scenario.

Già in ottobre, il ministro della Difesa britannico, Ben Wallace, aveva raccontato l’accaduto in Parlamento, esponendo che il Rivet Joint stava effettuando una sorveglianza di routine quando aveva «interagito» con due Su-27 russi che avevano sganciato un missile «potenzialmente pericoloso». Wallace aveva aggiunto che il Cremlino aveva garantito che si trattava di un malfunzionamento tecnico e dunque non di una escalation del conflitto intenzionale.

Dopo una pausa, il Regno Unito ha ripreso la sorveglianza sul Mar Nero, ma gli eroici aerei da ricognizione ora volano accompagnati da una scorta armata.



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