Padre assassino scoperto dal disegno della figlia di 8 anni: quello della moglie non era suicidio ma femminicidio



Il 7 marzo scorso, una tragedia ha scosso la tranquilla città di Sestri Ponente. Sharmin Sultana, una giovane donna di 32 anni originaria del Bangladesh, è stata trovata senza vita, apparentemente precipitata dalla finestra della sua abitazione. Inizialmente, le autorità hanno classificato il suo decesso come un suicidio. Tuttavia, una serie di indagini approfondite ha portato alla luce una verità ancor più scioccante: Sharmin Sultana non si è tolta la vita, ma è stata vittima di femminicidio, uccisa dal marito, Agmed Mustak.

Le ultime parole di Sharmin

Le ultime parole di Sharmin Sultana sui social media, “Se vuoi essere forte devi imparare ad andare da sola”, ora suonano come un sinistro presagio della sua tragica fine. La giovane donna stava cercando di condurre una vita più indipendente e aperta, ma il suo desiderio di libertà non era condiviso da suo marito, Agmed Mustak. La violenza domestica e il controllo avevano stretto la loro presa su di lei.



Un disegno sconvolgente

Le indagini hanno rivelato un elemento chiave che ha scosso la comunità e fatto sospettare dell’ipotesi di suicidio. Nonostante la finestra aperta da cui Sharmin è caduta, non sono stati trovati segni di sangue sull’asfalto sottostante. Tuttavia, all’interno dell’abitazione, sono state rinvenute tracce ematiche. Ma ciò che ha portato alla svolta nelle indagini è stato un disegno realizzato dalla figlia di Sharmin, una bambina di appena 8 anni.

La testimonianza dei più piccoli

La figlia di Sharmin è stata ascoltata dalle autorità e ha rivelato dettagli strazianti di quanto accadeva dietro le porte chiuse della loro casa. La bambina ha dichiarato: “Papà si è arrabbiato e ha sbattuto la testa della mamma a terra.” Questa testimonianza ha scosso profondamente gli investigatori e ha portato alla messa in stato d’accusa di Agmed Mustak.

Pressioni psicologiche verso i figli

Non si è fermato qui. Dopo l’atroce omicidio di Sharmin, il 44enne marito avrebbe continuato a esercitare pressioni psicologiche sui suoi figli, di 5 e 8 anni. “Devi dire che non sai nulla della mamma”, ripeteva loro costantemente, cercando di nascondere la verità.

Giustizia dopo 9 mesi

Oggi, dopo nove mesi dall’omicidio che ha sconvolto la comunità e la famiglia di Sharmin Sultana, Agmed Mustak è stato finalmente arrestato. È stato accusato di omicidio volontario e maltrattamenti in famiglia. A causa del “pericolo di inquinamento probatorio”, è attualmente detenuto nel carcere di Marassi, in attesa di un processo che farà luce su questa tragica vicenda di femminicidio.

La storia di Sharmin Sultana ci ricorda l’importanza di riconoscere e combattere la violenza domestica. È un tragico richiamo alla necessità di offrire sostegno e protezione alle vittime, affinché nessun’altra vita venga spezzata in silenzio.



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