300 euro per una baby-squillo: «I soldi ci servono per i vestiti di marca». A Bari, dieci donne arrestate per il racket di escort



Scandalo a Bari: giro di prostituzione minorile scoperto grazie alla denuncia di una madre. Coinvolte anche donne con precedenti penali.



Invogliata da una «pluralità di complimenti» e dalle ingenti somme di denaro guadagnate dalle sue amiche, Cristina (nome di fantasia) ha iniziato a lavorare per la “Squadra”, un gruppo di quattro donne maggiorenni al centro di un’inchiesta su un giro di prostituzione minorile a Bari e provincia. L’indagine, portata avanti dalla Squadra Mobile, ha portato ieri mattina all’esecuzione di un provvedimento cautelare per dieci persone, deciso dalla Procura. Questo è il mondo delle baby squillo pugliesi.

Cristina racconta in audizione protetta che il lavoro si svolgeva insieme: «Se si guadagnano mille euro, bisogna darne a loro 500». Grazie alla denuncia della madre della ragazzina, appena sedicenne, sono partite le indagini che hanno rivelato l’esistenza di molteplici gruppi dediti allo sfruttamento della prostituzione, intercambiabili ma anche antagonisti tra loro.

Le dinamiche del gruppo

L’entrata di Cristina nel giro risale all’estate del 2021. «Arrivarono dei clienti in viale della Repubblica e le donne della Squadra mi fecero partecipare all’atto, facendomi spogliare e lasciandomi in biancheria intima. Mi diedero alla fine 100 euro. Da quel giorno cominciai a frequentare le ragazze con le quali giravamo per i B&B». Le prestazioni avvenivano sempre nello stesso modo, tutte insieme accoglievano i clienti, ma Cristina riceveva una paga inferiore: «A me per due prestazioni davano dalle 200 alle 300 euro».

Le ragazze della “Squadra” sono donne con precedenti penali per estorsione e sequestro di persona. Tra loro, Marilù (Marilena Lopez), Emma (Antonella Albanese), Erika (Federica De Vito) e Elisabetta Manzari, tutte baresi. È stata Antonella Albanese a introdurre Cristina nel giro, dopo che si erano conosciute frequentando lo stesso istituto scolastico. Albanese, tornata in Puglia dalle Marche nell’estate del 2021, ha subito coinvolto la ragazzina nel business illecito.

Il metodo operativo della “Squadra”

Cristina racconta come il gruppo operava: annunci erotici online su siti di incontro, prenotazioni di B&B senza telecamere, e pagamenti con carte prepagate che facilitavano l’accesso alle stanze. Michele Annoscia, proprietario di una delle strutture, finito anche lui nell’operazione e costretto all’obbligo di dimora, sovrintendeva alle “procedure”. La madre di Cristina e un’altra donna, la cui figlia era coinvolta, hanno incontrato Annoscia per chiedere spiegazioni. Non solo non ha negato, ma ha anche avvertito del rischio che la ragazza stava correndo.

Cristina era molto richiesta dai clienti, fruttando guadagni elevati. Marilù Lopez, soddisfatta delle prestazioni, gestiva la pubblicazione degli annunci online, con l’aiuto di Ruggiero Doronzo. Gli annunci includevano foto vere delle ragazze e gli appuntamenti erano organizzati tramite Telegram.

Clienti illustri e complicità

Tra i clienti di Cristina c’era Nicola Basile, detto “Nico”, che dopo aver consumato rapporti con lei, ha iniziato a farle da protettore, chiedendo metà dei guadagni ottenuti. La sedicenne è uscita dalla “Squadra” delle donne dopo che un gruppo rivale ha informato la madre delle sue attività. Cristina vantava relazioni con rampolli di famiglie criminali baresi, tra cui i Capriati e gli Strisciuglio. Con Basile, il livello della clientela è salito, includendo imprenditori e avvocati penalisti, alcuni dei quali sono stati posti ai domiciliari o obbligati alla dimora.

Gli incontri si sono spostati dalle camere di B&B a suite di hotel lussuosi. Uno dei clienti, coinvolto nell’inchiesta sulla morte di Marco Pantani come fornitore di droga, ne è uscito indenne. Un altro, invaghitosi di un’amica di Cristina, le dava anche 500 euro per volta. La polizia ha accertato guadagni di 13 mila euro per prestazioni continue di una settimana.



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