A processo odontoiatra, violentata a 16 anni dal dentista di famiglia



Una sedicenne si reca presso lo studio dentistico di un amico di famiglia per una semplice igiene orale. Un controllo di routine che si trasforma in un incubo.



La vittima, accompagnata dal nonno, si fida del professionista. Non è la prima volta che visita lo studio, ma questa volta è il dentista stesso ad occuparsi di lei. Un uomo che, con fare bonario e scherzoso, mette a suo agio la giovane paziente, abbassando le sue difese.

Con una scusa pretestuosa, il dentista le toglie gli occhiali. La manovra “Temporo mandibolare”, a suo dire, richiede questa precauzione. Ma le sue mani non si limitano alla bocca. Accarezza le gambe della ragazza, inorridita e confusa di fronte a un simile abuso.

Sfruttando la sua vulnerabilità e lo stato di choc, il dentista la costringe a subire la sua violenza. Un atto vile che la segnerà per sempre, lasciandola con un profondo trauma psicologico.

Ma Sofia, la giovane vittima, trova la forza di reagire. Nonostante il dolore e la paura, denuncia il suo aggressore, dimostrando un coraggio straordinario. Grazie alla sua denuncia, il dentista viene arrestato e sottoposto a processo.

Il giudice, nell’ordinanza di custodia cautelare, sottolinea la gravità del reato. Il professionista, approfittando della sua posizione di fiducia e della vulnerabilità della paziente, ha soddisfatto la sua “concupiscenza” con un atto di inaudita efferatezza.

La storia di Sofia è un esempio di coraggio e di speranza. Una denuncia che non solo ha portato alla giustizia il suo aguzzino, ma che rappresenta un monito per tutte le donne che subiscono abusi. Un invito a non aver paura di denunciare, a rompere il silenzio, a cercare la forza di ribellarsi a qualsiasi forma di sopruso.

Perché la violenza non ha mai ragione, e la giustizia, prima o poi, arriva.



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