Due ragazze transgender, Giulia e Alessia, sono state aggredite brutalmente da un branco di almeno dieci ragazzi durante la Festa del Vino a Castiglione in Teverina.
Ao cosa ci aspettavamo? Solo silenzio e indifferenza
L’aggressione ha avuto luogo alcuni giorni fa, e le due giovani hanno condiviso la loro esperienza sui social media mentre erano ancora in ospedale presso il Belcolle di Viterbo. “Inizialmente ci hanno fatto complimenti, poi hanno iniziato a dire che eravamo vestite in modo provocante e ci hanno colpite senza pietà. Nessuno è intervenuto per aiutarci; le persone presenti si interessavano solo a sapere se eravamo delle ragazze transgender“, hanno raccontato.
Nel loro messaggio, Giulia e Alessia hanno descritto l’esperienza traumatica subita a Castiglione in Teverina, dove la festa locale ha attirato numerosi partecipanti. “Siamo state circondate da un gruppo di ragazzi – hanno scritto su Facebook qualche ora dopo l’accaduto – Il più grande sembrava avere circa vent’anni. La violenza si è manifestata in piazza, davanti a decine di persone, ma nessuno ha agito. L’unica preoccupazione delle persone presenti sembrava essere capire se fossimo cisgender o trans”, hanno detto con frustrazione.
Dopo l’aggressione, Giulia e Alessia hanno contattato i carabinieri e il servizio di sicurezza, ma nessuno è riuscito a fermare i loro aggressori. “Educate i vostri giovani a rispettare le donne come noi, non solo quando siete nelle vostre case, ma anche in pubblico”, hanno lanciato un appello ai genitori dei ragazzi coinvolti. “Ciò che è accaduto è inaccettabile e non ci fermeremo qui.”
TusciaPride, un’associazione LGBT+ del Viterbese, ha espresso la sua solidarietà nei confronti delle ragazze aggredite e ha denunciato con fermezza l’accaduto. “Condanniamo la violenza che hanno subito e chiediamo a tutte le istituzioni di esprimere la loro solidarietà. È inaccettabile che per l’ennesima volta le nostre identità siano attaccate e le nostre vite messe in discussione. Non tollereremo più aggressioni sui nostri corpi e lo denunceremo con forza durante i Pride e nei luoghi pubblici”, hanno scritto sui social.
Anche l’Arcigay di Viterbo ha preso una posizione netta: “Si tratta di un chiaro atto di violenza transfobica, non può essere considerato una semplice lite. Siamo già in contatto con le vittime e offriremo loro tutto il supporto di cui avranno bisogno. Speriamo che coloro che hanno perpetrato questa vile aggressione vengano identificati rapidamente,” hanno dichiarato.
L’incremento della violenza contro la comunità LGBT+ è un segnale allarmante di una degenerazione sociale, ostacolata da una narrazione politica che considera le diversità come una minaccia anziché una risorsa. “È fondamentale che la società prenda coscienza di questa situazione e agisca per proteggere i diritti di tutti,” hanno concluso i rappresentanti di Arcigay, sottolineando l’urgenza di un cambiamento culturale profondo.
La vicenda di Giulia e Alessia è un triste promemoria della necessità di una maggiore consapevolezza e formazione all’interno della società riguardo al rispetto delle identità varie. La lotta per i diritti delle persone transgender continua, e la risposta collettiva deve essere forte e coerente per fronteggiare il clima di odio e intolleranza sempre più diffuso.
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