Alessia Pifferi sottoposta a perizia psichiatrica: ‘Capace di intendere e di volere, antepone i suoi desideri alla figlia’. In gioco l’ergastolo



In un episodio di trascuratezza estrema, una donna di 39 anni ha causato la morte per inedia della propria bambina, Diana, non ancora diciottenne, lasciandola incustodita nell’abitazione per un intero sestetto di giorni nel mese di luglio del 2022.



La Tragica Scelta di una Madre

Nel luglio del 2022, Alessia Pifferi ha compiuto un gesto inconcepibile, trascurando fatalmente Diana, la propria figlioletta di appena un anno, abbandonandola senza sorveglianza per sei giorni. Un’indagine approfondita ha rivelato che, durante questo periodo tragico, Pifferi era pienamente in grado di comprendere le proprie azioni e di agire di conseguenza. Il giudizio, emesso dall’esperto psichiatrico Elvezio Pirfo e approvato dalla Corte d’Assise di Milano, presieduta da Ilio Mannucci Pacini, contraddice qualsiasi tentativo di attribuire l’accaduto a una possibile infermità mentale.

Analisi Psichiatrica e Consequenze Giuridiche

La valutazione psichiatrica condotta da Pirfo ha dettagliatamente esaminato lo stato mentale di Pifferi, concludendo che non sussistevano condizioni psichiatriche gravi o disturbi della personalità che potessero giustificare il suo comportamento. Questo scenario pone Pifferi di fronte alla prospettiva di una pena severa, essendo stata riconosciuta pienamente responsabile delle proprie azioni, con l’accusa di omicidio volontario aggravato. Le osservazioni dello psichiatra delineano un quadro di una donna che, seppur affrontando difficoltà emotive e una certa dipendenza relazionale, non mostra incapacità di empatia o di comprensione morale, rendendola così giuridicamente imputabile per le sue scelte devastanti.

Un’indagine psichiatrica conferma che Alessia Pifferi, accusata di aver lasciato morire di stenti la figlia Diana, era consapevole delle proprie azioni, aprendo la strada a severe conseguenze penali.



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