Chi sono Pooja, Siddhart e Adam? I figli di Kabir Bedi e il dolore per il suicidio de figlio Siddhart



Kabir Bedi è padre di Pooja, Siddhart e Adam. Nati rispettivamente da Protima Gupta e Susan Humphreys, scopriamo chi sono i discendenti di questo famoso attore.



I discendenti di Kabir Bedi

Kabir Bedi, chi sono i figli

Pooja Bedi, la primogenita, è un volto noto nel mondo dello spettacolo. Tra le sue partecipazioni più famose, ci sono Bigg Boss e Fear Factor: Khatron Ke Khiladi, oltre ad aver ricoperto importanti ruoli in film di Bollywood. Il fratello Siddhart, invece, ha tragicamente preso la decisione di suicidarsi a soli 26 anni. Il più piccolo della famiglia, Adam, nato nel 1981 dal matrimonio con Susan Humphreys, è un modello e attore. Ha recitato nel film “Lifeline” del 2017 e dal 2015 è sposato con Melissa Anne Murphy.

Kabir Bedi

Kabir Bedi, originario di Lahore (ora Pakistan), ha raggiunto la celebrità nel 1976, quando il regista Sergio Sollima lo chiamò per recitare in Sandokan. Da lì è diventato icona di Bollywood. Ha recitato in più di sessanta film tra il suo Paese d’origine e l’Italia, dove ha preso parte a vari programmi televisivi come Beautiful, Un medico in famiglia e come naufrago ne L’Isola dei Famosi nel 2004. L’ultimo incontro dell’attore con il pubblico italiano è stato durante la recente edizione del GF VIP, dove è stato ammirato assieme alla moglie, Parveen Dusanji.

Il dolore di un padre

Il pathos della vita di Kabir è toccante. Dopo i problemi finanziari, uno dei colpi più duri è stato il suicidio del figlio Siddarth. Kabir ha ammesso di non essere riuscito a combattere una malattia incurabile come la schizofrenia del figlio, un dolore immenso, ma ha imparato ad accettare questo per rispetto per la decisione di Siddarth. Kabir rivela: “Bisogna rispettare la sua decisione”.

Il suicidio del figlio Siddarth ha pesantemente influenzato la vita di Kabir, guidandolo a sensibilizzare la società sulla schizofrenia. Parlando della morte del figlio, Kabir ha detto: “ho fatto il possibile per salvarlo. C’è sempre un senso di colpa perché pensi che potevi fare qualcosa di più ma so che ho fatto il meglio. Non poteva più vivere così. Ho accettato la sua decisione per quanto sia stata dura per me”.



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