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Christian de Sica e l’incontro con papa Francesco: «Lui adora “Miracolo a Milano”: gli ho detto che sono venuto al mondo mentre papà lo girava»



Un legame speciale tra il cinema e il Vaticano: Christian De Sica racconta la sua emozionante udienza con Papa Francesco.



Appuntamento fissato per le 6:30 del mattino in Vaticano. Christian De Sica, insieme al figlio regista Brando, ha lasciato temporaneamente il set del suo nuovo film “Cortina Express” per partecipare all’udienza con Papa Francesco. L’attore romano, a 73 anni, si è unito ad altri 106 comici provenienti da tutto il mondo, di cui una sessantina italiani, per questo evento speciale.

Incontro con il Pontefice

Aveva già incontrato il Papa?

“Una volta, qualche anno fa, in piazza San Pietro. Già in quell’occasione Sua Santità mi disse che il film di mio padre ‘Miracolo a Milano’ era il suo preferito, lo aveva visto almeno cinque volte a Buenos Aires in compagnia del padre.”

Glielo ha ripetuto in quest’ultimo incontro?

“Sì, mi ha spiegato di aver rivisto il film proprio la sera prima dell’udienza. Del resto, aveva parlato di ‘Miracolo a Milano’ anche nell’intervista in tv con Fabio Fazio, a gennaio. Io gli mandai una lettera di ringraziamenti a cui ha risposto con un messaggio scritto a mano. E ieri, in Vaticano, gli ho rivelato un piccolo segreto.”

Quale segreto ha rivelato al Papa?

“Proprio nel giorno in cui papà girava la scena in cui i poveri salgono al cielo, la preferita di Bergoglio, io nascevo a Roma: era il 5 gennaio 1951 e mia madre fu accompagnata in clinica dall’attore Memo Benassi, amico di famiglia, perché mio padre era sul set.”

Cosa l’ha colpita di più dell’udienza?

“Le parole su noi comici: ha detto che facciamo sorridere Dio. E pensare che ci accontenteremmo di fare ridere qualcuno.”

E cosa ha pensato quando Francesco ha detto che si può ridere anche di Dio?

“Che abbiamo un Papa molto intelligente. È un grande comunicatore, spesso più spiritoso di noi comici. Durante l’udienza ha fatto battute, ha alzato le mani al cielo. È uno di noi.”

Le gaffe del Papa

Come ha giudicato le sue gaffe sugli omosessuali?

“Un malinteso dovuto alla lingua, non c’è dubbio. Il Papa ha parlato di ‘frociaggine’ senza rendersi conto del significato offensivo del termine. Anche mia madre Maria Mercader, che era spagnola, spesso diceva delle parole inappropriate ma solo perché non aveva la padronanza dell’italiano. Quante volte noi di famiglia l’abbiamo difesa spiegando che non era scortese ma straniera.”

Chi è, per lei, Papa Francesco?

“Sono un cristiano battezzato ma non ho mai creduto nei preti. Ora Bergoglio è l’uomo che, grazie alla sua apertura mentale e alla sua umanità, mi sta facendo riavvicinare alla Chiesa.”

Riuscirà a cambiarla, secondo lei?

“Ha già fatto tanto, ma ha molti nemici con cui fare i conti.”

Le piacerebbe incontrarlo di nuovo in udienza privata?

“Certamente. Conto di chiedergliela quando andrà in porto il progetto a cui tengo di più: girare come regista il film che racconta l’amore tra mio padre e mia madre sbocciato nel 1944 sul set di ‘La porta del cielo’. Ormai sono vecchio per fare il protagonista, ma forse ho trovato un produttore.”

Se potesse mostrare a Bergoglio un suo film, quale sceglierebbe?

“Uno degli ultimi: ‘I limoni d’inverno’, regia di Caterina Carone, in cui interpreto un anziano professore che vive un amore platonico con la vicina di casa. È la storia di due solitudini.”

Ma non fa ridere: visto che il Papa ha voluto incontrare voi comici, non gli mostrerebbe uno dei suoi cinepanettoni?

“Scherziamo? Mi vergognerei troppo.”

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