Tragedia a Scampia: crolla la Vela Celeste, due morti e tredici feriti tra cui sette bambini. La necessità di un piano di sicurezza e ricollocazione urgente per le famiglie rimaste intrappolate.
Dramma nella Vela Celeste di Scampia
Una tragedia ha colpito la comunità di Scampia, nel quartiere periferico di Napoli, quando una sezione della Vela Celeste è crollata, causando due morti e tredici feriti. L’incidente è avvenuto intorno alle 22:30 di ieri sera, all’interno della struttura, la più grande delle quattro vele ancora esistenti. Attualmente, circa 800 persone vi risiedono, in attesa di essere trasferite in alloggi più sicuri nell’ambito del progetto “Re-Start Scampia”, che prevede la demolizione della Vela Celeste e la costruzione di nuove abitazioni.
Il crollo è iniziato al terzo piano dell’edificio, dove una sezione del corridoio in ferro è crollata, precipitando sul piano inferiore e provocando un effetto a catena fino ai seminterrati. La zona in cui è avvenuto il crollo è un intrico di passerelle sospese progettate per connettere i vari blocchi residenziali, un esempio di architettura moderna e controversa, dove il desiderio di riprodurre i “vicoli” della città ha creato un ambiente di insicurezza strutturale.
L’effetto a catena: un bilancio tragico
Il crollo ha travolto almeno tredici persone, tra cui sette bambini. La vittima più giovane, un ragazzo di 28 anni che lavorava in una macelleria, è morto sul colpo. L’altra vittima è un anziano che abitava in uno degli appartamenti colpiti. Le condizioni di un bambino ferito sono particolarmente gravi, ed è stato immediatamente trasportato in codice rosso all’ospedale Santobono.
Il presidente della VIII Municipalità, Nicola Nardella, intervenuto sul luogo subito dopo la tragedia, ha dichiarato: “Il crollo è stato a catena, e bisogna accertare le cause precise. La situazione è molto grave, ma poteva andare anche peggio se il crollo avesse coinvolto tutta la struttura”. Le autorità hanno prontamente isolato l’area, e i Vigili del Fuoco stanno lavorando per mettere in sicurezza ciò che rimane dell’edificio. Secondo Nardella, “la dinamica del crollo dovrà essere studiata nei dettagli”, dato che i danni sono limitati a una porzione del corridoio, ma il rischio di ulteriori cedimenti rimane elevato.
Un’emergenza a lungo attesa
La Vela Celeste, insieme alle altre vele di Scampia, è uno degli edifici più noti e controversi d’Italia, simbolo di degrado urbano e di fallimenti politici. Costruite oltre 40 anni fa, le vele avrebbero dovuto essere abbattute molto tempo fa per fare spazio a nuove case. Tuttavia, continui ritardi burocratici e mancanza di fondi hanno lasciato centinaia di famiglie a vivere in condizioni precarie e pericolose.
Rosario Andreozzi, consigliere comunale, si è recato sul posto insieme alla vicesindaca Laura Lieto e all’assessore alla Sicurezza Antonio De Iesu, senza rilasciare commenti ufficiali durante la notte. Tuttavia, Nardella ha ribadito la necessità urgente di sgomberare la Vela e proteggere gli abitanti: “Dobbiamo mettere in sicurezza l’area e trasferire le famiglie in strutture adeguate, per prevenire ulteriori tragedie.”
Una sfida logistica senza precedenti
La situazione nella Vela Celeste è ulteriormente complicata dal fatto che le passerelle crollate collegano le abitazioni ai corridoi principali. Di conseguenza, le famiglie bloccate nei loro appartamenti non possono uscire in sicurezza. Il piano di evacuazione è già stato attivato, ma coloro che erano fuori al momento del crollo non possono rientrare nelle loro case finché i Vigili del Fuoco non stabiliranno un percorso sicuro per l’evacuazione.
“Ci sono circa 800 persone coinvolte,” ha detto Nardella, riferendosi all’enorme sforzo necessario per trasferire gli abitanti della Vela Celeste in un luogo sicuro. Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, e il prefetto Nicola Di Bari sono giunti sul posto per coordinare le operazioni di evacuazione e accoglienza. Il compito di trovare una sistemazione adeguata per così tante persone è monumentale, e le autorità stanno valutando diverse opzioni, tra cui l’utilizzo di strutture temporanee o l’ospitalità presso parenti e amici.
Un futuro incerto e la ricerca di soluzioni
Nel frattempo, la comunità è in preda allo shock e alla disperazione. Molti residenti hanno passato la notte in auto o ospiti di parenti. Sul luogo della tragedia è arrivato anche il magistrato di turno, accompagnato dalla polizia Scientifica, per indagare sull’accaduto e determinare le cause del crollo. È ancora da stabilire se l’intero edificio verrà posto sotto sequestro o solo le sezioni danneggiate, ma è chiaro che una revisione strutturale completa è necessaria per evitare ulteriori rischi.
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