Giada Zanola aveva rivelato a un’amica di essere stata afferrata per il collo durante una lite: “Temeva per la sua vita”



Giada Zanola aveva confidato a un’amica di essere stata afferrata per il collo dal compagno Andrea Favero nel litigio avvenuto il 27 maggio, un giorno prima del femminicidio. Aveva anche mostrato all’amica le foto con le ecchimosi sul corpo riportate dopo quella violenta lite confessando di avere paura del partner. Questo è uno dei passaggi presenti nel provvedimento con il quale la Procura di Padova ha disposto il fermo di Favero per omicidio volontario.



La 34enne, secondo quanto riportato nelle carte, aveva instaurato una relazione con un altro uomo e aveva annullato le nozze con Favero che erano previste per settembre. All’uomo aveva parlato della sua nuova relazione, aggiungendo di voler mettere fine alla convivenza.

Il nuovo fidanzato di Zanola ha raccontato agli inquirenti di aver visto le foto dei lividi riportati dalla 34enne. Come l’amica, anche lui ha dichiarato che le liti tra Favero e Zanola erano ormai quotidiane perché il 39enne non voleva che la ragazza lasciasse la loro abitazione portando via anche il figlioletto. La 34enne e Favero vivevano ormai da separati in casa.

Stando a quanto confermato anche dal 39enne in arresto, era ossessionato dall’eventualità che la 34enne non gli permettesse di vedere il figlio una volta terminata la loro convivenza. Zanola aveva infatti minacciato di interrompere i rapporti tra il minore e il padre più volte al culmine di dive.

Secondo le indagini, Giada Zanola aveva mostrato segni evidenti di violenza domestica e aveva manifestato paura per la propria incolumità. Le rivelazioni sulle dinamiche della relazione tra Zanola e Favero gettano luce su un contesto di abusi e controllo che potrebbero aver portato alla tragica fine della donna.



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