Tragedia sull’Appennino: individuati i lavoratori vittime e dispersi nell’esplosione presso la centrale idroelettrica di Suviana



Un tragico incidente ha turbato la tranquillità dell’Appennino bolognese ieri pomeriggio, quando una violenta esplosione ha colpito la centrale idroelettrica Enel di Bargi-Suviana, causando un’immediata mobilitazione delle squadre di soccorso e sollevando una densa nube di fumo segnale di un disastro avvenuto sottoterra. Il bilancio è grave: tra i 15 lavoratori presenti al momento dell’incidente, si contano 3 vittime, 4 dispersi, 5 feriti e 3 illesi. La comunità nazionale, rappresentata dal Presidente Mattarella, ha espresso il suo profondo cordoglio per l’accaduto, sollecitando un’indagine approfondita per fare luce sulle cause di questa nuova tragedia sul lavoro.



La ricerca dei dispersi continua senza sosta presso la località di Suviana, sebbene le prospettive di ritrovarli vivi siano ormai ridotte al minimo. L’evento è considerato potenzialmente il più grave incidente sul lavoro in Italia dall’epoca del disastro della ThyssenKrupp a Torino, avvenuto 17 anni fa. Le cause dell’esplosione, verificatasi a una profondità di 20-30 metri sotto il livello del lago, sono ancora oggetto di indagine, nonostante le recenti operazioni di sostituzione delle turbine. I soccorritori descrivono scene di devastazione, con continue esplosioni e una situazione che definiscono un vero disastro.

Luca Cari, portavoce dei Vigili del fuoco, ha delineato uno scenario poco promettente riguardo alle possibilità di trovare sopravvissuti, dati i danni evidenti alla struttura e il livello di distruzione osservato. L’incidente ha colpito alcuni lavoratori impegnati al livello -8 e -9 della centrale, travolti dall’esplosione di un alternatore in fase di collaudo. Questi dettagli emergono mentre si cerca di ricostruire la dinamica dell’accaduto, sottolineando che gli sforzi erano concentrati sull’adeguamento della centrale, e non sulla manutenzione ordinaria.

Le vittime accertate dell’incidente, Petronel Pavel Tanase, Vincenzo Franchina, e Mario Pisani, provenivano da varie regioni d’Italia e rappresentano la tragica diversità dei lavoratori coinvolti in questo settore. Tanase e Franchina lavoravano per le ditte Abb e Siemens, rispettivamente, mentre Pisani era un ex dipendente Enel. La comunità di lavoratori, le famiglie e l’intero Paese si trovano a fare i conti con l’ennesima perdita in ambito lavorativo, evidenziando l’importanza cruciale della sicurezza sul lavoro.

Le squadre di soccorso hanno affrontato notevoli sfide per accedere al sito dell’incidente, complicato dalla posizione sotterranea delle stanze coinvolte, sommerse dall’acqua e invase dal fumo. La protezione civile ha allestito un imponente dispiegamento di forze, inclusa l’illuminazione notturna della zona, per facilitare le operazioni di ricerca che sono continuate ininterrottamente.

La centrale di Bargi, situata in una regione che confina tra Toscana ed Emilia-Romagna, gioca un ruolo fondamentale nella produzione di energia elettrica per la zona. Il lago di Suviana, oltre a essere una risorsa energetica vitale, è anche una destinazione turistica apprezzata. La centrale, insieme a quella di Suviana, evidenzia il potenziale di una coesistenza armoniosa tra sviluppo energetico e conservazione ambientale.



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