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Agente aggredita da tre ultras a Trento: “Colpita perché transgender, ero coperta di sangue”



Nella notte tra il 14 e il 15 febbraio, un grave episodio di violenza ha avuto luogo in un locale di Trento, nei pressi dello stadio “Briamasco”. La vittima è una poliziotta transgender di 53 anni, attualmente in servizio a Verona, che è stata aggredita da tre ultras, noti per i loro legami con ambienti di estrema destra e tifoseria dell’AC Trento. La notizia del pestaggio è emersa solo nelle ultime ore, scatenando indignazione e preoccupazione.



Secondo le indagini condotte dagli inquirenti, la poliziotta, che si trovava fuori servizio, è stata colpita con violenza. I tre aggressori, già noti alle forze dell’ordine, avrebbero iniziato a insultarla con frasi transfobiche e omofobe. In un’intervista al Corriere del Trentino, la donna ha descritto i momenti di terrore che ha vissuto: “Ho dei flash, a causa delle tante botte che ho preso ci sono alcune cose che ricordo bene, altre sono più lacunose. Ero entrata nel bar e ho ordinato un drink che non ho mai finito e devo ancora pagare. Loro erano già all’interno.”

Intorno alle 3 del mattino, uno dei tifosi l’ha spinta, provocando una reazione da parte della poliziotta che ha risposto con uno schiaffo. Questo gesto ha scatenato la furia dei tre aggressori, che hanno iniziato a colpirla ripetutamente. La poliziotta ha raccontato: “Hanno iniziato a colpirmi con una serie di pugni. Già con il primo sono finita a terra, mi sono alzata e me ne sono arrivati tanti che non riuscivo a sottrarmi. Volevo scappare in bagno, uno di loro mi ha presa e buttata verso gli altri due che hanno continuato a colpire.”

La violenza è proseguita, e la donna ha descritto la brutalità dell’aggressione: “Sono caduta a terra e mi sono chiusa a uovo e loro hanno continuato a colpire, poi forse hanno preso uno sgabello. Ho due tagli sulla fronte che sembrano fatti con una lama. Poi mi sono alzata e pulita, ero una maschera di sangue.” La poliziotta ha subito un trauma cranico, lesioni su tutto il corpo e una frattura al naso.

Dopo l’aggressione, è stata trasportata all’ospedale Santa Chiara, dove le sono stati praticati 18 punti di sutura e le è stato diagnosticato un periodo di guarigione di 30 giorni. Attraverso il suo avvocato, Stefano Daldoss, ha presentato denuncia contro i suoi aggressori, evidenziando la gravità dell’incidente.

Il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, ha espresso la sua condanna per l’accaduto, definendo l’episodio “inaccettabile” e sottolineando che “il tifo violento va bandito in tutti i modi. Non è concepibile in una città come la nostra.” Le autorità locali stanno monitorando la situazione e si stanno preparando a prendere misure per affrontare la violenza legata al tifo e promuovere un ambiente più sicuro.

La poliziotta ha concluso il suo racconto esprimendo la speranza che la sua denuncia possa avere un impatto positivo: “Spero che le persone cambino e mi auguro che la mia denuncia possa aiutare, non solo il mio mondo, chiamiamolo così, ma tutte le persone. Non è possibile che un appassionato di calcio non possa andare a una partita o frequentare determinate zone perché ci sono questi che seminano la paura.”



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