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Bella Hadid, in un’intervista, ha affrontato il tema del ciclo mestruale, sottolineando l’impatto dei sintomi sul lavoro e proponendo il congedo mestruale obbligatorio.



Bella Hadid, celebre modella di fama internazionale, ha recentemente acceso i riflettori su un tema spesso trascurato: l’impatto del ciclo mestruale sulla vita lavorativa delle donne. Durante un’intervista rilasciata a British Vogue, la modella ha raccontato la sua esperienza personale, evidenziando le difficoltà affrontate durante i giorni delle mestruazioni, specialmente a causa dell’endometriosi, una condizione che rende i sintomi particolarmente debilitanti. Secondo Hadid, lavorare durante il ciclo dovrebbe essere considerato illegale, una proposta che ha suscitato grande attenzione e dibattito.



Nel corso dell’intervista, Hadid ha parlato apertamente delle sfide incontrate nella sua carriera, in particolare nei primi anni, quando iniziava a lavorare come modella. “Mi ero appena trasferita da casa dei miei genitori e mi sono ritrovata in un mondo in cui devi fissarti allo specchio ogni singolo giorno. E abbiamo il ciclo”, ha spiegato la modella. I sintomi legati alle mestruazioni, come gonfiore, spossatezza e dolori, spesso influiscono negativamente sull’autostima e sulla percezione di sé, un aspetto particolarmente rilevante in un settore come quello della moda, dove l’immagine è centrale.

Hadid ha raccontato di aver affrontato situazioni estremamente difficili, come dover partecipare a shooting fotografici per Victoria’s Secret durante i giorni del ciclo. Per una donna che soffre di endometriosi, anche attività apparentemente semplici possono trasformarsi in una sfida fisica e mentale. “Dovrebbe essere illegale lavorare con il ciclo”, ha dichiarato la modella, sottolineando quanto i sintomi possano essere invalidanti.

Proseguendo nella sua riflessione, Hadid ha espresso il desiderio di portare la questione all’attenzione delle istituzioni. “Ne parlerò con la Casa Bianca, perché dovremmo letteralmente vietare alle donne di lavorare nella settimana del ciclo. E anche nella settimana prima, a dire il vero”, ha affermato. Con queste parole, la modella si è fatta portavoce di un tema che, nonostante riguardi milioni di donne in tutto il mondo, è ancora considerato un tabù in molte società.

I sintomi del ciclo mestruale, soprattutto in presenza di condizioni come l’endometriosi, possono includere dolori acuti, nausea, mal di testa e una generale sensazione di spossatezza. Nonostante ciò, la società tende a minimizzare questi disturbi, considerandoli parte della normalità. La proposta di Hadid di introdurre un congedo mestruale obbligatorio mira a riconoscere la gravità di queste problematiche e a garantire alle donne il diritto di prendersi cura del proprio corpo senza subire pressioni sociali o lavorative.

Il tema del congedo mestruale non è nuovo, ma continua a essere oggetto di dibattito in molti Paesi. In alcune nazioni, come il Giappone e la Corea del Sud, esistono già normative che consentono alle donne di assentarsi dal lavoro durante i giorni delle mestruazioni, ma in molti altri contesti questa possibilità è ancora lontana dall’essere riconosciuta. In Italia, ad esempio, il congedo mestruale è stato proposto più volte, ma non è mai stato approvato in via definitiva.

Le dichiarazioni di Bella Hadid hanno riacceso il dibattito pubblico, portando l’attenzione su un argomento che spesso viene ignorato o sottovalutato. La sua presa di posizione rappresenta un passo importante verso la normalizzazione del discorso sulla salute mestruale e la necessità di garantire condizioni lavorative più eque per le donne. Come ha sottolineato la modella, “Non sarebbe forse arrivato il momento di parlare finalmente di salute mestruale sul posto di lavoro?”.

La sensibilizzazione su questi temi è fondamentale per superare i pregiudizi e promuovere un cambiamento culturale. Le parole di Hadid offrono uno spunto di riflessione non solo per le donne, ma anche per le istituzioni e le aziende, che hanno il dovere di creare ambienti di lavoro inclusivi e rispettosi delle esigenze di tutti i lavoratori.



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