​​


Bonelli smascherato: la storia del visto per Israele era una bufala, altro che revoca



Il leader di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), Angelo Bonelli, ha recentemente rivelato di aver subito un respingimento da parte delle autorità israeliane in vista di una missione programmata in Cisgiordania per ottobre. Secondo quanto riportato, il deputato ha affermato di essere stato informato della revoca del suo visto di ingresso in Israele, sostenendo che questo fosse un tentativo del governo di Benjamin Netanyahu di silenziare le critiche sulla situazione a Gaza. In un post su X, Bonelli ha dichiarato: “Israele mi ha revocato il visto di ingresso nel Paese. Non potrò andare in Cisgiordania e nei territori palestinesi! La democrazia di Netanyahu è questa: fermare chi critica la pulizia etnica in corso o uccidere i giornalisti per impedire che sia documentato l’orrore a Gaza.”



In un’intervista a RaiNews24, Bonelli ha ripetuto le sue accuse, affermando: “A me e a tutta la delegazione di Avs che ad aprile era stata in Cisgiordania, è stato revocato il visto. Non è stata fornita alcuna motivazione: una revoca secca, che dimostra che il governo israeliano non vuole assolutamente né testimoni, né critici. Non si vuole che venga documentato l’orrore di questa guerra.” Tuttavia, le affermazioni del deputato sono state messe in discussione da fonti vicine alla questione.

Secondo quanto riportato da Libero, la situazione di Bonelli non riguarda un visto revocato, ma piuttosto l’annullamento dell’Electronic Travel Authorisation (Eta), un’autorizzazione che non è più necessaria per i parlamentari italiani in possesso di passaporto di servizio. A partire dal 2025, tutti coloro che non sono obbligati a richiedere un visto di ingresso, tra cui i cittadini italiani, devono ottenere l’Eta prima di entrare in Israele. Questo documento, che può essere richiesto tramite un’applicazione al costo di 5 euro, funge anche da tassa d’ingresso nel Paese. Bonelli aveva ricevuto l’Eta il 17 aprile, durante una precedente visita in Cisgiordania con altri membri di Avs.

La revoca dell’Eta è stata effettuata in quanto i titolari di passaporti diplomatici e di servizio, come i parlamentari, sono esentati dalla necessità di richiederla. Questa misura era stata suggerita dall’ambasciata israeliana a Roma per evitare confusione nei primi mesi di attuazione della nuova procedura. Con l’entrata a regime del sistema, l’Eta precedentemente concesso è stato annullato poiché non era più necessario; i parlamentari possono ora utilizzare il loro passaporto di servizio per accedere a Israele.

Tuttavia, la questione rimane complessa. Israele ha la facoltà di dichiarare Bonelli o altri membri della delegazione di Avs come “persona non grata”, il che consentirebbe alle autorità israeliane di negare loro l’ingresso nel Paese. Questa pratica è stata recentemente applicata anche a deputati britannici e francesi, respinti all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv.

Interpellato da Libero, Bonelli ha ribadito la sua posizione, affermando: “C’è una mail che parla chiaro. Con il passaporto diplomatico non si può entrare, penso che lo sappiate. Israele può dire quello che vuole, del resto sostiene che a Gaza non c’è carestia. Non ho altro da aggiungere.” Il leader di Avs ha continuato a criticare il governo israeliano, affermando: “A Gaza è in corso un genocidio, senza ombra di dubbio. Discutere ancora se si possa parlare o meno di genocidio è incredibile, mentre vediamo le immagini di bambini e famiglie sterminate dalle bombe.”

Inoltre, Bonelli ha chiesto al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di interrompere immediatamente la cooperazione militare con Israele e di adottare sanzioni simili a quelle imposte all’Russia. Ha sottolineato l’importanza di non avere un doppio standard che ignora le sofferenze del popolo palestinese.

La situazione di Angelo Bonelli mette in evidenza le tensioni politiche e diplomatiche che circondano le relazioni tra Israele e i critici delle sue politiche nei confronti dei territori palestinesi. La revoca dell’Eta, pur essendo una questione burocratica, si inserisce in un contesto più ampio di conflitti e divergenze ideologiche, con ripercussioni significative per chi si impegna a documentare e denunciare le violazioni dei diritti umani. La risposta del governo israeliano e le future mosse di Bonelli e della delegazione di Avs saranno osservate con attenzione, poiché potrebbero influenzare ulteriormente il dibattito pubblico sulla questione palestinese e sulle politiche israeliane.



Add comment