La Procura della Repubblica di Asti, avvalendosi dell’intervento dei Carabinieri della locale Compagnia, ha avviato un’inchiesta presso la scuola dell’infanzia paritaria “L’Albero dei Ragazzi”. All’origine delle indagini vi sono gravi segnalazioni da parte di genitori, che hanno spinto gli investigatori a installare microspie nei locali destinati ai bambini in età prescolare .
Le registrazioni acquisite mostrano scene di violenza fisica e psicologica nei confronti dei piccoli: alcuni bambini vengono strattonati per tenerli al loro posto a tavola, altri costretti a rimanere seduti a terra in un angolo come punizione immotivata . Un clima descritto dagli inquirenti come privo del tipico spirito giocoso dell’infanzia, sostituito da paura, terrore e ansia costante .
In più occasioni, le microspie hanno registrato le educatrici mentre rivolgevano insulti razzisti ai bambini: un bambino di origine africana veniva chiamato “zulù” in modo reiterato, mentre un altro, di origine albanese, era vittima di epiteti offensivi . Alcune frasi riportate, come “Sembri uno zulu”, aggiungono un crudo dettaglio agli abusi verbali subiti .
L’indagine ha portato alla luce anche gravi violazioni igienico-sanitarie: una bambina è stata costretta a mangiare alimenti raccolti nella spazzatura, e un’educatrice è stata filmata mentre rovistava negli zainetti dei bambini per assaggiare il cibo preparato dalle famiglie, utilizzando sia posate personali dei piccoli sia le sue mani .
In virtù delle prove raccolte, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Asti, su richiesta della Procura, ha disposto la sospensione cautelare — con interdizione dall’insegnamento — nei confronti delle due educatrici coinvolte. L’accusa nei loro confronti è di maltrattamenti in concorso ai danni di minori .
L’operato delle forze dell’ordine conferma l’importanza della vigilanza e del controllo sui luoghi deputati alla cura dei più piccoli, utilizzando tecniche investigative idonee a smascherare condotte altrimenti difficilmente documentabili. Le indagini proseguono per valutare l’eventuale coinvolgimento di altri operatori e chiarire responsabilità ulteriori.
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