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Funerali di Martina Carbonaro ad Afragola, la comunità si unisce per onorare la memoria della giovane vittima di femminicidio



Oggi, Afragola è in lutto per la tragica morte di Martina Carbonaro, una ragazza di 14 anni uccisa dall’ex fidanzato Alessio Tucci, reo confesso del femminicidio avvenuto una settimana fa. Il sindaco Antonio Pannone ha proclamato il lutto cittadino e ha organizzato un piano traffico speciale per consentire a un gran numero di persone di partecipare ai funerali, che si sono svolti nella Basilica Pontificia di Sant’Antonio di Padova, la chiesa dove la giovane viveva con la sua famiglia. Il cardinale di Napoli, Domenico Battaglia, ha co-officiato le esequie, che hanno visto la presenza di migliaia di cittadini, uniti nel dolore e nella solidarietà verso la famiglia della vittima.



All’esterno della basilica, il clima era carico di emozione. Al momento dell’arrivo del feretro, i familiari e gli amici di Martina hanno lanciato grida di giustizia e di dolore: “Giustizia, giustizia” e “Martina figlia di tutti noi”. Alcuni presenti hanno anche espresso la loro indignazione nei confronti di Alessio Tucci, il giovane accusato del delitto. Durante la cerimonia, dopo l’omelia del cardinale, un grido disperato ha risuonato tra i banchi: “Martina è viva!”, un richiamo alla memoria e alla speranza in un momento di profondo silenzio.

Il cardinale Battaglia ha pronunciato un’omelia toccante, sottolineando la responsabilità collettiva di fronte a questa tragedia: “Oggi, davanti a Martina, dobbiamo assumerci tutti una responsabilità collettiva”. Ha esortato tutti a comprendere che l’amore non deve essere confuso con possesso o controllo, affermando: “Se amare ti fa male, non è amore. Se per amore devi annullarti, non è amore. Se per amore arrivi a fare del male, non è amore ma solo violenza”. Queste parole hanno colpito profondamente i presenti, richiamando l’attenzione sulla necessità di educare i giovani a relazioni sane e rispettose.

Il cardinale ha anche parlato direttamente ai genitori di Martina, Fiorenza e Marcello, riconoscendo la difficoltà delle sue parole in un momento così drammatico: “Lo so benissimo che queste parole, oggi, non sono consolazioni facili. Sono una promessa che ci supera, e che ci sfida”. Ha descritto il dolore come un abisso, ma ha anche ricordato che Dio non abbandona mai i suoi fedeli, nemmeno nei momenti più bui.

In un passaggio significativo, il cardinale ha affermato che Martina è morta a causa di un’idea malata dell’amore, un concetto che è ancora troppo diffuso e tollerato nella società. “Martina è morta per mano della violenza. È morta per mano di un ragazzo che non ha saputo reggere un rifiuto”, ha dichiarato, evidenziando la gravità della situazione e la necessità di affrontare la violenza di genere con fermezza.

Anche il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha commentato la tragedia, dichiarando: “Oggi è il giorno del dolore e della pietà. Abbiamo vissuto la morte di Martina come la perdita di una figlia”. Ha invitato i ragazzi a riflettere sulle loro azioni e a ripudiare ogni forma di violenza, sottolineando l’importanza di vedere nelle donne le proprie madri e sorelle.

Nella giornata di ieri, si è svolto l’esame autoptico sul corpo di Martina, che ha rivelato quattro ferite principali sul cranio, con una frattura cranica e emorragia. L’autopsia è stata condotta presso l’ospedale “San Giuliano” di Giugliano in Campania, alla presenza di periti nominati da entrambe le famiglie coinvolte. Dopo l’autopsia, è stato rilasciato il nullaosta per la salma, permettendo così l’organizzazione dei funerali.

Alessio Tucci, l’ex fidanzato di Martina, è l’unico indagato per la sua morte e si trova attualmente in carcere, accusato di omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere. Inizialmente detenuto nel carcere di Poggioreale, è stato trasferito in un’altra struttura penitenziaria a causa del clima non favorevole.

La comunità di Afragola si è unita in un momento di grande dolore, sperando che la morte di Martina possa servire da monito per affrontare le problematiche legate alla violenza di genere e promuovere una cultura di rispetto e uguaglianza tra i giovani.



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