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Gatto randagio ucciso a colpi d’arma da fuoco: è morto dopo giorni di sofferenze



Nel cuore di Trapani, un gatto randagio ha trovato un tragico destino: colpito ripetutamente da un’arma da fuoco, è stato ritrovato agonizzante dai volontari dell’OIPA, che lo hanno soccorso dopo una segnalazione di un cittadino. Ricoverato d’urgenza, è spirato poche ore dopo, vittima di gravi ferite al torace e alla guancia frutto di diversi colpi sparati con crudeltà  .



I medici veterinari hanno accertato che le lesioni non erano immediatamente fatali, ma l’assenza di cure e il tempo trascorso in condizioni estreme hanno trasformato le ferite in una condanna inesorabile. Il decesso, avvenuto poco dopo l’arrivo in clinica, ha scatenato indignazione e sdegno in città  .

L’OIPA ha formalizzato una denuncia contro ignoti per uccisione di animale, presentata tramite il delegato locale, Baldo Ferlito, con il sostegno dell’Ufficio Legale nazionale  . L’associazione lancia un monito alla comunità: “Chi sa qualcosa si faccia avanti”, affinché ogni testimonianza possa contribuire a individuare il responsabile  .

Nel richiamo dell’OIPA risuona un avvertimento forte: “Una persona capace di scagliarsi con tanta ferocia contro un animale indifeso è un pericolo per l’intera società. Quella che oggi è un’aggressione contro un cane o un gatto, domani può trasformarsi in una violenza altrettanto cruenta nei confronti di una persona. L’escalation è dietro l’angolo.”

Questo episodio così brutale giunge in un momento cruciale per la tutela degli animali in Italia: il Parlamento ha approvato, alla fine di maggio, la cosiddetta “Legge Brambilla”, in vigore da luglio, che innalza sensibilmente le sanzioni per chi maltratta o uccide un animale.

Secondo quanto disposto dalla normativa, l’uccisione volontaria di un animale può comportare fino a quattro anni di reclusione e una multa fino a 60.000 euro, se il fatto include sevizie o prolungate sofferenze  . Le pene previste per il maltrattamento, invece, vanno da sei mesi a due anni di carcere, accompagnate da ammende fino a 30.000 euro  .

La deputata Michela Vittoria Brambilla, prima firmataria della riforma e promotrice della legge, ha affermato: “Il tempo dell’impunità è finito” e ha sottolineato che norme così rigide servono a scoraggiare e prevenire reati di tale gravità .

Nel commento affidato al Corriere della Sera, ha ribadito: “Gli italiani non possono più accettare che ci siano criminali che si aggirano per le nostre strade facendo del male ad esseri indifesi”. Secondo Brambilla, con la nuova legge “sono previsti fino a 4 anni di reclusione, accompagnati da una maximulta che può arrivare a 60 mila euro” .

La normativa introduce inoltre importanti novità: l’abolizione delle catene per i cani, il divieto di utilizzare pellicce di cani e gatti, e misure contro il traffico illegale di cuccioli  .



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