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Giovanissimo karateka ucraino si rifiuta di posare sul podio: “Non con i terroristi”



Un episodio che ha attirato l’attenzione internazionale si è verificato durante la Youth Karate League, tenutasi a Guadalajara, in Spagna. Nella categoria “kumite” riservata agli under 41 chilogrammi, il giovane atleta russo Igor Grigorev, 13 anni, ha conquistato la medaglia d’oro gareggiando sotto bandiera neutrale. Tuttavia, il momento della premiazione è stato segnato da un gesto inaspettato: il coetaneo ucraino Yevhenii Melnyk, vincitore della medaglia di bronzo, ha deciso di abbandonare il podio, rifiutando di posare per la foto ufficiale accanto al karateka russo.



Il gesto, immortalato dalle telecamere e trasmesso in diretta TV, è rapidamente diventato virale sui social media, alimentando dibattiti e reazioni in diversi Paesi. Durante la cerimonia, Melnyk, visibilmente contrariato, ha ignorato gli inviti degli organizzatori a rimanere sul podio e ha lasciato il suo posto, accompagnato dagli applausi di parte del pubblico presente. Il motivo del suo gesto è stato attribuito alla nazionalità del vincitore, russo, in un contesto segnato dal conflitto in corso tra Russia e Ucraina.

La pagina Instagram “Karate Project”, dedicata al karate ucraino, ha condiviso il video dell’accaduto, intitolandolo con parole forti: “Niente foto con i terroristi”. Questo titolo ha amplificato ulteriormente la risonanza dell’episodio, trasformando l’azione del giovane atleta in un simbolo di resistenza e orgoglio nazionale per molti ucraini. Nel video, si nota chiaramente Melnyk mentre, con uno sguardo deciso, si allontana dal podio, rifiutando qualsiasi compromesso.

L’episodio ha avuto luogo durante una delle tappe più importanti del circuito giovanile internazionale di karate, che riunisce giovani promesse di questa disciplina provenienti da tutto il mondo. Melnyk, tesserato per il club Shogun di Kiev, aveva conquistato la medaglia di bronzo dopo una competizione intensa. Ma la sua decisione di abbandonare il podio ha oscurato i risultati sportivi, ponendo l’accento sulle tensioni politiche che continuano a dividere i due Paesi.

Nonostante gli sforzi degli organizzatori per mantenere un’atmosfera neutrale durante l’evento, la presenza di atleti russi, seppur sotto bandiera neutrale, ha suscitato polemiche. La Youth Karate League, come altre competizioni internazionali, ha adottato misure per consentire la partecipazione di sportivi russi senza rappresentare ufficialmente il loro Paese. Tuttavia, per molti atleti e spettatori, questa scelta rimane controversa, specialmente in discipline che vedono la partecipazione di concorrenti provenienti da Paesi direttamente coinvolti nel conflitto.

Il gesto di Melnyk è stato accolto in modo diverso dalle varie comunità sportive e politiche. Mentre alcuni lo hanno definito un esempio di coraggio e coerenza, altri hanno sottolineato l’importanza di mantenere lo sport come un terreno neutrale, lontano dalle divisioni geopolitiche. In ogni caso, l’episodio ha acceso i riflettori sulla complessa relazione tra sport e politica, dimostrando come le competizioni internazionali possano riflettere tensioni ben più profonde.

Il tredicenne russo Igor Grigorev, dal canto suo, non ha rilasciato dichiarazioni sull’accaduto. Il giovane atleta si è limitato a partecipare alla cerimonia di premiazione, rappresentando la bandiera neutrale, come previsto dalle regole della competizione. La sua vittoria nella categoria under 41 chilogrammi è stata il risultato di un percorso impeccabile, che lo ha portato a conquistare la medaglia d’oro.

L’episodio di Guadalajara non è il primo caso in cui lo sport giovanile viene influenzato dalle tensioni internazionali. Tuttavia, la giovane età dei protagonisti rende questo evento particolarmente significativo, evidenziando come persino le generazioni più giovani siano inevitabilmente coinvolte nelle dinamiche di conflitto che interessano i loro Paesi.



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