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Il 26enne Andrea Cavallari sfrutta il permesso per discutere la tesi universitaria e poi sparisce, ora è latitante dopo aver fatto perdere le sue tracce post‑laurea



Andrea Cavallari, 26 anni, uno dei membri della cosiddetta “banda dello spray”, era detenuto nel penitenziario di Bologna, dove stava scontando una pena definitiva a 11 anni e 10 mesi per la strage avvenuta la notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018 alla discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo. In quell’occasione, sei persone persero la vita e 59 rimasero ferite  .



Giovedì 3 luglio 2025, il Tribunale di Sorveglianza ha accordato a Cavallari un permesso di libertà temporanea per lo svolgimento della discussione della tesi triennale in Scienze Giuridiche, indirizzo Consulente del lavoro e relazioni aziendali, presso l’Università di Bologna. Il giovane, accompagnato dai familiari e senza la scorta della polizia penitenziaria, ha effettivamente sostenuto l’esame e ricevuto la proclamazione di laurea  .

Tuttavia, dopo la cerimonia, invece di fare ritorno in carcere come previsto, Cavallari sarebbe rimasto con la fidanzata, facendo poi perdere ogni contatto con le autorità. Da quel momento le ricerche sono scattate immediatamente: secondo le fonti, il detenuto sarebbe sparito nel nulla insieme alla partner, violando gli obblighi disposti dalla misura concessagli  . Attualmente risulta ancora latitante.

Il segretario generale aggiunto del SAPPE, Giovanni Battista Durante, ha commentato l’accaduto evidenziando la necessità che la polizia penitenziaria abbia un ruolo più incisivo nella valutazione dei benefici concessi ai detenuti, soprattutto in contesti simili  .

Il caso di Andrea Cavallari risale ad agosto 2019, quando furono arrestati, oltre a lui, altri sei giovani della Bassa Modenese, tutti coinvolti nell’uso dello spray al peperoncino nella discoteca poco prima del concerto di Sfera Ebbasta. Alla fine del processo, furono riconosciuti colpevoli di omicidio preterintenzionale plurimo, rapine, lesioni e furti  . Cavallari aveva sempre negato ogni addebito, sostenendo: «Con i morti di Corinaldo non c’entro niente»  .

Ora le forze dell’ordine sono al lavoro per rintracciare Cavallari, considerato evaso nonostante il permesso fosse limitato alla sola discussione della tesi. L’episodio ha sollevato forti perplessità sull’efficacia dei controlli in occasione di benefici giudiziari per detenuti condannati per gravi reati.

Le autorità mantengono attiva la caccia all’uomo, mentre il dibattito è aperto sulla possibilità di introdurre criteri più stringenti nella concessione di permessi carcerari per prevenire fughe e tutelare la sicurezza pubblica.



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