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Israele e Iran in conflitto: missili e sirene a Gerusalemme, tensione alta nel Medio Oriente



Un attacco missilistico proveniente dall’Iran ha colpito diverse aree di Israele, inclusa Gerusalemme, mentre le Forze di Difesa israeliane rispondono con operazioni di difesa aerea.



Le tensioni tra Israele e Iran hanno raggiunto un nuovo apice con un attacco missilistico che ha scosso il territorio israeliano. Le sirene di allarme antiaereo hanno risuonato in molte zone, tra cui Gerusalemme, mentre l’esercito israeliano (IDF) ha confermato che i missili provenivano dall’Iran. Secondo quanto riferito, la contraerea israeliana è entrata immediatamente in azione per intercettare i proiettili. Testimoni oculari, tra cui giornalisti dell’AFP, hanno riportato forti esplosioni nei cieli sopra la città.

In un comunicato ufficiale, le IDF hanno dichiarato: “Poco fa, sirene hanno suonato in diverse zone di Israele in seguito all’identificazione di missili provenienti dall’Iran diretti verso lo Stato di Israele”. Le operazioni di difesa aerea sono ancora in corso per neutralizzare ulteriori minacce.

Il conflitto si inserisce in una cornice di tensioni già elevate dopo una serie di raid notturni condotti da Israele su obiettivi militari iraniani. L’operazione, denominata “Rising Lion”, ha provocato la morte di 78 persone e oltre trecento feriti, secondo fonti locali. Tra le vittime si contano alti ufficiali delle Guardie della Rivoluzione iraniana e scienziati militari. Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Katz, ha dichiarato lo stato di emergenza, affermando che il paese è pronto a rispondere con forza a qualsiasi ulteriore aggressione: “Reagiranno”.

L’Iran, dal canto suo, ha definito l’attacco una “dichiarazione di guerra” e ha già lanciato 100 droni verso obiettivi israeliani. Il nuovo comandante dei Pasdaran ha rilasciato una dichiarazione minacciosa: “Apriremo le porte dell’inferno a Israele”. La situazione è estremamente delicata, con il rischio di un’escalation che potrebbe coinvolgere l’intera regione del Medio Oriente.

A livello internazionale, la reazione degli Stati Uniti è stata ambigua. L’ex presidente Donald Trump ha elogiato l’operazione israeliana definendola “un attacco eccellente” e ha aggiunto che potrebbero seguirne altri. Ha inoltre invitato l’Iran a fermare il conflitto firmando un accordo per evitare ulteriori spargimenti di sangue.

Nel frattempo, il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha rassicurato sulla sicurezza dei cittadini italiani presenti nell’area, affermando che la situazione è sotto controllo. Tuttavia, in Italia sono stati rafforzati i livelli di sicurezza, in particolare a Roma, dove gli obiettivi sensibili legati a Israele sono sorvegliati con maggiore attenzione.

L’ambasciatore israeliano David Peled ha dichiarato che l’Iran avrebbe pianificato un’invasione simile a quella avvenuta il 7 ottobre scorso. In risposta agli eventi, Tel Aviv ha deciso di chiudere temporaneamente tutte le ambasciate israeliane nel mondo per motivi di sicurezza.

La premier italiana Giorgia Meloni ha convocato una riunione straordinaria con i ministri e i vertici dei servizi segreti nel pomeriggio per discutere delle implicazioni del conflitto e delle misure da adottare per garantire la sicurezza nazionale.

Secondo il portavoce delle forze armate israeliane, Effie Defrin, l’Iran possiede le capacità necessarie per infliggere danni significativi al territorio israeliano: “L’Iran è capace di provocare danni significativi al fronte interno israeliano”.



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