Il prossimo 10 giugno segnerà due anni dalla scomparsa di Kata, una bambina di 5 anni di origine peruviana, residente con la famiglia nell’ex hotel Astor di Firenze, una struttura occupata abusivamente. La Procura di Firenze, guidata dal procuratore Filippo Spiezia, ha fornito un aggiornamento sulle indagini in corso, sottolineando che, nonostante gli sforzi, non ci sono ancora certezze su cosa sia accaduto alla bambina. Le ricerche, condotte sia in Italia che all’estero, non hanno finora dato esiti positivi.
Secondo quanto dichiarato dalla Procura, le indagini hanno escluso che il corpo della bambina si trovi ancora all’interno dell’ex hotel Astor. “Tutte le indagini compiute, incluse la ricerca di tracce biologiche, quelle effettuate con l’ausilio dei cani molecolari e quelle eseguite con i reparti specializzati dell’Arma, hanno escluso che il corpo fosse rimasto all’interno di tale struttura”, si legge in una nota ufficiale. Tuttavia, chi abbia portato via la bambina e per quale motivo resta ancora un mistero.
Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti emergono diversi scenari, tra cui possibili abusi familiari, traffico di droga o un coinvolgimento legato al racket delle stanze occupate nell’ex hotel Astor. Un’altra possibilità è quella di uno scambio di persona. Le immagini delle telecamere di sorveglianza, posizionate agli ingressi principali della struttura, non mostrano la bambina uscire dall’hotel, il che suggerisce che sia stata portata via attraverso un percorso alternativo.
Gli investigatori hanno individuato due possibili vie di fuga che potrebbero essere state utilizzate per far uscire la bambina senza essere visti. In base alle ricostruzioni, Kata potrebbe essere stata portata fuori dal piazzale interno della struttura, scavalcando il muro di recinzione, per poi accedere a un’area condominiale adiacente. Da lì, sarebbe stato possibile raggiungere via Monteverdi, una strada non sorvegliata dalle telecamere. Gli inquirenti ritengono che la bambina non fosse sola, ma accompagnata da almeno un adulto.
Al momento, tra gli indagati figurano lo zio materno, Abel Argenis Vasquez, e lo zio paterno, Marlon Chicclo, che erano con la bambina il giorno della scomparsa. La madre di Kata, Katherine Alvarez Vasquez, era fuori per lavoro, mentre il padre, Manuel Romero Chicclo, si trovava detenuto presso il carcere di Sollicciano. Gli inquirenti stanno cercando di chiarire il ruolo dei due uomini nella vicenda, ma finora non sono emerse prove definitive contro di loro.
Nell’ambito delle indagini, la Procura ha anche diffuso un’immagine elaborata digitalmente che mostra come potrebbe apparire oggi la bambina, due anni dopo la sua scomparsa. La foto aggiornata è stata realizzata grazie a tecniche di elaborazione digitale, confrontando le immagini precedenti di Kata e tenendo conto dei cambiamenti fisiologici legati alla crescita. “Tali immagini vengono divulgate affinché chiunque sia oggi in possesso di utili informazioni per consentire l’eventuale rintraccio della bambina, possa segnalarle al Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Firenze, rivolgendosi al numero telefonico 055 2061”, conclude la nota della Procura.
L’ex hotel Astor, al momento dei fatti, ospitava numerose famiglie che vivevano in condizioni di precarietà. La struttura era occupata abusivamente e spesso teatro di tensioni e conflitti legati alla gestione degli spazi. Questo contesto complesso ha reso le indagini particolarmente difficili, complicando ulteriormente la ricerca della verità sulla scomparsa della bambina.
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