Un rimprovero quotidiano si è trasformato in una tragedia familiare a Racale, piccolo comune del Salento. Un ragazzo di 21 anni, Filippo Manni, ha ammesso di aver tolto la vita alla madre, Teresa Sommario, 52 anni, colpendola più volte con un’ascia. Il drammatico episodio, come emerso dagli interrogatori, sarebbe scaturito da una discussione banale: la donna avrebbe ripreso il figlio per non aver salutato entrando in casa. Un gesto apparentemente insignificante che avrebbe innescato una reazione fatale nel giovane.
Durante l’interrogatorio condotto dalla pm Simona Rizzo, Filippo Manni ha raccontato i dettagli dell’accaduto con una freddezza che ha lasciato sgomenti gli inquirenti. “Mi si è spento tutto”, ha dichiarato il ragazzo, spiegando come sia salito al piano superiore della casa per prendere l’arma del delitto. “Sono salito al piano di sopra, ho preso l’ascia e l’ho uccisa. Altre volte, per scherzo, l’ho pensato dicendoglielo. Oggi l’ho fatto”, ha aggiunto durante la confessione. Secondo gli investigatori, queste parole lasciano intendere una premeditazione, sebbene non pianificata nei dettagli.
Il 21enne è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario aggravato e trasferito nel carcere di Lecce. Qui è stato posto sotto stretta sorveglianza per prevenire eventuali gesti autolesionistici. Nei prossimi giorni, il giudice per le indagini preliminari deciderà se convalidare il fermo e quali misure cautelari adottare.
Nel frattempo, è stata disposta l’autopsia sul corpo di Teresa Sommario, che sarà eseguita dal medico legale Alberto Tortorella per chiarire le modalità precise dell’aggressione e il numero di colpi inferti. L’abitazione dove si è consumato il delitto è stata posta sotto sequestro per consentire ulteriori rilievi tecnici.
Secondo quanto emerso dalle testimonianze raccolte dagli investigatori, la famiglia non aveva mai dato segnali di particolari problemi. Teresa Sommario, descritta come una donna benvoluta nel quartiere, lavorava saltuariamente come collaboratrice domestica ed era considerata una madre presente. Filippo Manni, invece, era visto come un giovane introverso, con pochi amici e un atteggiamento spesso riservato. Non risultano precedenti penali né segnalazioni per disturbi psichiatrici a suo carico, ma gli inquirenti stanno valutando la possibilità di sottoporlo a una perizia psichiatrica per accertare la sua capacità di intendere e volere al momento del crimine.
La comunità di Racale è profondamente scossa da quanto accaduto. Nessuno avrebbe mai immaginato che un gesto così estremo potesse consumarsi all’interno di una famiglia apparentemente normale. La violenza improvvisa e inspiegabile ha lasciato i residenti increduli e addolorati.
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