Il legame tra Papa Francesco e il suo infermiere personale, Massimiliano Strappetti, era caratterizzato da una profonda fiducia e da un rapporto di grande intimità. È stato proprio Strappetti a rendersi conto del malore che ha colpito il Pontefice nella mattina di lunedì 21 aprile, giorno della sua morte. Erano circa le 5.30 quando ha contattato immediatamente il medico Sergio Alfieri nel tentativo di salvargli la vita. Questo non è stato un gesto isolato; nel 2021, Strappetti aveva già svolto un ruolo cruciale nel convincere il Papa a sottoporsi a un intervento chirurgico al colon per una stenosi diverticolare, un’operazione che Bergoglio stesso ha riconosciuto definendo Strappetti come “l’uomo che mi ha salvato la vita”.
Il legame tra i due non si è mai affievolito, nemmeno nei giorni finali della vita di Bergoglio. Il giorno prima della sua morte, Francesco ha chiesto il permesso al suo infermiere per effettuare un ultimo giro in piazza San Pietro durante le celebrazioni pasquali. “Credi che possa farlo?” aveva chiesto, e Strappetti aveva risposto affermativamente, permettendo al Papa di salutare i fedeli per un’ultima volta. “Grazie per avermi riportato in piazza,” lo ha ringraziato, ignaro che sarebbe stato l’ultimo abbraccio con la sua comunità.
Dopo questo momento, Bergoglio ha fatto un gesto di saluto verso Strappetti, mentre giaceva nel suo appartamento al secondo piano di Casa Santa Marta. Poco dopo, il Papa è entrato in coma, segnando l’inizio della fine.
Nonostante la morte di Francesco, Strappetti non ha abbandonato il suo posto accanto alla salma. Secondo quanto riportato da Ansa, l’infermiere è stato visto a lungo vicino al corpo del Papa nella basilica di San Pietro, soprattutto la sera del 24 aprile, mentre pregava vicino al capezzale. In questa occasione, era presente anche il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin. È probabile che Strappetti sarà presente anche ai funerali di Papa Francesco, previsti per il 26 aprile. Gli amici dell’infermiere hanno dichiarato che Strappetti ora si sente “un orfano” senza il Papa, sottolineando la profondità del loro legame.
Il ruolo di Massimiliano Strappetti non si è limitato a quello di semplice infermiere; egli ha rappresentato una figura di supporto e di fiducia per Bergoglio in un momento cruciale della sua vita. Questo rapporto ha dimostrato quanto fosse importante la presenza di una figura familiare e di fiducia in un contesto così delicato e pubblico come quello del Vaticano.
La morte di Papa Francesco ha lasciato un vuoto significativo non solo nel cuore di chi lo conosceva personalmente, ma anche in quello della comunità cattolica mondiale. La dedizione di Strappetti nei confronti del Papa è stata evidente fino all’ultimo, e il suo impegno è stato riconosciuto da molti come un esempio di umanità e professionalità nel servizio.
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