Un’operazione antidroga condotta dai carabinieri nella zona di Piazza Bologna ha portato all’arresto di Michele Arcangelo D’Angelo, un uomo di 35 anni originario di Vibo Valentia. Durante il blitz, le forze dell’ordine hanno rinvenuto una notevole quantità di stupefacenti, armi e denaro contante, suggerendo che D’Angelo fosse coinvolto in un’attività di spaccio su larga scala.
Secondo le indagini, D’Angelo potrebbe non operare autonomamente. “Non dirò mai nulla”, avrebbe dichiarato al momento dell’arresto, lasciando intendere che potesse essere parte di una rete criminale più ampia legata alla ‘ndrangheta. Il 35enne ha un passato di precedenti penali per reati legati alla droga ed è stato coinvolto in un’inchiesta sull’omicidio di Francesco Fiorillo, un piccolo spacciatore ucciso nel 2015. Sebbene fosse stato condannato a 16 anni per complicità in quel delitto, nel 2023 è stato assolto dalla Cassazione.
D’Angelo si era trasferito a Roma solo quattro mesi fa, risiedendo presso un parente nella zona di Piazza Bologna. Senza un lavoro ufficiale, si muoveva principalmente tra la sua abitazione e un box auto affittato, ignaro dell’attività illecita che vi si svolgeva. Gli investigatori hanno scoperto che i 66 chili di droga trovati erano solo una frazione di ciò che veniva distribuito nei quartieri più agiati di Roma Nord, come Parioli e Corso Francia, oltre che nelle periferie est e sud della capitale.
La sorveglianza da parte dei carabinieri ha rivelato che D’Angelo aveva l’abitudine di parcheggiare la propria auto a circa 400 metri dalla sua abitazione. Il blitz è scattato quando l’uomo ha mostrato segni di nervosismo alla vista di una pattuglia. Dopo essere stato fermato e identificato, i carabinieri hanno deciso di effettuare una perquisizione personale e successivamente hanno esteso il controllo anche all’abitazione, coinvolgendo un’unità cinofila.
Nell’appartamento di D’Angelo, sono state rinvenute due pistole calibro 7.65 con matricola abrasa, munizioni di tipo militare, cinque telefoni cellulari e un’agenda che si è rivelata essere un libro mastro contenente dettagli sulle entrate e uscite per cifre che raggiungono i 200mila euro. Inoltre, i militari hanno recuperato 54mila euro in contante e una macchina per il conteggio dei soldi.
La droga è stata scoperta nel box auto affittato da D’Angelo. Durante l’analisi del suo cellulare, gli investigatori hanno trovato un’applicazione collegata a un sistema di videosorveglianza che monitorava costantemente il garage. Qui, i carabinieri hanno trovato un assortimento di stupefacenti e attrezzature per il confezionamento delle dosi, tra cui bilancini di precisione e una macchina per il sottovuoto. In totale, sono stati sequestrati 66 chili di cocaina suddivisi in confezioni da un chilo ciascuna, un chilo di cocaina rosa, 90 grammi di hashish e sei confezioni di marijuana da 100 grammi.
L’operazione ha messo in luce non solo l’entità del traffico di droga gestito da D’Angelo, ma anche i legami con organizzazioni criminali ben consolidate nel territorio. Le autorità continuano a indagare per comprendere meglio la rete di complicità e le modalità operative di questo traffico, puntando a smantellare le strutture che sostengono tali attività illecite.
L’arresto di Michele D’Angelo rappresenta un passo significativo nella lotta contro il crimine organizzato a Roma, evidenziando la presenza di reti pericolose che operano anche nelle aree più centrali della capitale. Le indagini proseguono per identificare eventuali complici e per comprendere l’estensione dell’attività di spaccio nella città.



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