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Nuova strage di civili a Gaza: almeno 35 palestinesi uccisi mentre aspettavano gli aiuti umanitari



Nella Striscia di Gaza, un nuovo episodio drammatico ha visto almeno 35 civili – uomini, donne e bambini – perdere la vita nei pressi del corridoio di Netzarim, mentre attendevano in fila il loro turno per ricevere aiuti umanitari. Le vittime, secondo fonti mediche dell’ospedale al‑Awda, sono rimaste sotto il fuoco israeliano, aggrappate alla speranza di ottenere cibo e beni di prima necessità .



Si tratta dell’ennesima tragedia in una serie di episodi simili. Da quando la distribuzione degli aiuti è stata affidata alla Gaza Humanitarian Foundation (GHF) il 27 maggio scorso, centinaia di civili hanno perso la vita in circostanze analoghe nei pressi dei centri di raccolta  . Le Nazioni Unite hanno bollato il sistema come un “fallimento”, criticando Israele e la GHF – sostenuta dagli Stati Uniti – per non aver garantito condizioni minime di sicurezza .

Secondo l’Ufficio Media del Governo di Gaza, dall’inizio dell’emergenza sono almeno 409 i civili uccisi mentre cercavano aiuti, e oltre 3.200 gli feriti, un bilancio estremamente pesante e in costante aumento  .

A peggiorare il quadro si aggiunge il grave deterioramento della rete idrica: secondo l’UNICEF, solo il 40 % degli impianti per l’acqua potabile è operativo. Il portavoce James Elder ha lanciato un monito severo: “I bambini inizieranno presto a morire di sete”. La scarsità d’acqua è accompagnata da un aumento del 50 % dei casi di malnutrizione tra i bambini piccoli  .

Le testimonianze raccolte da Al Jazeera dipingono una situazione di caos e panico: blackout delle comunicazioni, informazioni disorganizzate su centri aperti o chiusi, e file che si formano in condizioni confusionali, spesso sotto il fuoco .

Contemporaneamente, l’ospedale di Deir el‑Balah, sempre nel centro di Gaza, ha segnalato che un bombardamento israeliano su un’abitazione ha provocato la morte di almeno otto persone, portando a oltre 70 il numero dei decessi solo nella giornata di venerdì  .

Da febbraio 2024 si sommano altri eventi di estrema gravità: nel cosiddetto “Flour Massacre” oltre 118 civili furono uccisi mentre cercavano cibo presso un camion francese nel corridoio di Netzarim  . Le Nazioni Unite, Unicef, Medici Senza Frontiere e altre organizzazioni hanno denunciato l’utilizzo dell’aiuto umanitario come possibile strumento di guerra, invocando indagini indipendenti .

La GHF, da parte sua, sostiene di aver distribuito tre milioni di pasti senza incidenti  , ma le ONG ribattono che il sistema è inadeguato, militarizzato e non neutrale .

L’insieme di violenza, fame, sete e penuria caratterizza una crisi umanitaria acuta. Le prospettive restano cupe: mancano sicurezza, organizzazione e risposte immediate. Secondo l’UNICEF, in assenza di interventi urgenti, la situazione potrebbe degenerare ulteriormente, con gravissime conseguenze per i bambini .

Il quadro sul campo:

  • Oltre 35 civili uccisi vicino al corridoio di Netzarim, mentre aspettavano cibo.

  • Totale emergenza umanitaria: 409 morti, 3.200 feriti in attesa di aiuti.

  • Solo il 40 % delle infrastrutture idriche operative; grave malnutrizione infantile.

  • Accuse di uso dell’aiuto come arma, gestione militare del sistema di distribuzione.

  • Coinvolgimento diretto in bombardamenti di abitazioni civili con vittime.

La comunità internazionale continua a chiedere un controllo rigoroso sul sistema di aiuti, corridoi sicuri e protezione per la popolazione. Senza un cambiamento radicale, la tragedia si ripeterà, aggravando ulteriormente la situazione devastata della Striscia di Gaza.



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