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Omicidio Giulia Tramontano, condanna per la cognata di Impagnatiello: risarcimento di 20mila euro



Il Tribunale Civile di Milano ha stabilito la condanna della cognata di Alessandro Impagnatiello al pagamento di circa 20mila euro, oltre a 5mila euro di spese legali, nei confronti della famiglia di Giulia Tramontano. La decisione riguarda la compravendita della Volkswagen T-Roc appartenuta al barman, reo confesso dell’omicidio della 29enne, avvenuto a Senago nel maggio 2023.



Secondo i giudici, la vendita dell’auto, avvenuta nell’agosto 2023 a favore della moglie del fratello di Impagnatiello, sarebbe stata conclusa con il chiaro obiettivo di “diminuire la consistenza patrimoniale” del condannato in vista dei risarcimenti dovuti alla famiglia della vittima. L’operazione è stata pertanto dichiarata nulla e revocata.

Il corpo senza vita di Giulia Tramontano era stato ritrovato il 1° giugno 2023 in un’intercapedine di alcuni garage non lontani dall’abitazione che la giovane condivideva con Impagnatiello. L’omicidio, consumatosi tra il 27 e il 28 maggio, aveva visto il barman occultare per giorni il cadavere della compagna all’interno della sua auto, prima di tentare di disfarsene.

In sede penale, sia in primo grado che in appello, Impagnatiello è stato condannato all’ergastolo. I giudici hanno inoltre stabilito provvisionali per 200mila euro ciascuno ai genitori della vittima e 150mila euro per i due fratelli. Tuttavia, essendo il 31enne privo di beni, i risarcimenti saranno coperti dal Fondo del Ministero dell’Interno destinato alle vittime di reati intenzionali violenti.

Le indagini successive hanno portato a scoprire che, già due mesi dopo l’arresto, Impagnatiello aveva affidato con procura speciale al fratello la gestione dei suoi conti correnti e della Volkswagen T-Roc. L’auto, dal valore stimato intorno ai 20mila euro, era stata venduta alla cognata per soli 10mila euro, una cifra ritenuta dai magistrati ben al di sotto del reale prezzo di mercato.

Il giudice Francesco Pipicelli, nella sentenza depositata nei giorni scorsi, ha evidenziato come fratello e cognata fossero consapevoli delle conseguenze patrimoniali legate alle pretese risarcitorie avanzate dalla famiglia di Giulia Tramontano: “La vendita è stata effettuata all’esclusivo fine di sottrarre il predetto bene alle ragioni creditorie dei familiari della vittima”.

Per questo motivo, la compravendita è stata dichiarata inefficace e la cognata di Impagnatiello condannata al risarcimento economico e al pagamento delle spese legali.

Il caso riporta all’attenzione pubblica la vicenda giudiziaria che ha profondamente scosso l’opinione pubblica italiana. La giovane Giulia Tramontano, incinta al settimo mese, era stata uccisa dal compagno che aveva poi tentato di occultarne il corpo. L’efferato omicidio aveva suscitato sdegno e commozione, portando a una forte richiesta di giustizia da parte della società civile.



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