Dopo oltre tre decenni dall’assassinio di Judy Smith e dei suoi due figli adolescenti, Chad e Jason Burnett, lo Stato del Tennessee si prepara a eseguire la condanna a morte di Oscar Franklin Smith, oggi settantacinquenne. L’uomo, che si trova nel braccio della morte dal 1990, verrà sottoposto a iniezione letale presso il carcere di massima sicurezza di Riverbend. L’esecuzione è programmata per questa mattina alle 10, ora locale.
Il caso risale alla notte del primo ottobre 1989, quando una chiamata al numero di emergenza 911 segnalò un potenziale problema in una casa di Nashville. Gli agenti intervenuti non trovarono nulla di anomalo, ma il giorno successivo un vicino tredicenne scoprì i corpi senza vita di Judy, 35 anni, e dei suoi figli. Le vittime presentavano ferite da arma da taglio alla gola, mentre Judy e il figlio maggiore Chad, 16 anni, erano stati anche colpiti da colpi d’arma da fuoco. La donna lavorava come cameriera in un locale della città, mentre i ragazzi frequentavano rispettivamente la Glencliff High School e la Wright Junior High School.
Le indagini si concentrarono rapidamente su Oscar Franklin Smith, marito separato di Judy, già denunciato per violenza domestica e coinvolto in un divorzio turbolento con la donna. Meno di due mesi dopo il triplice omicidio, l’uomo fu arrestato e successivamente condannato a morte. Durante il processo, Smith si dichiarò innocente, sostenendo di aver trascorso il giorno degli omicidi con la moglie e i figli prima di lasciare la casa la sera stessa insieme ai gemelli avuti con Judy, per portarli dalla madre e partire per il Kentucky per motivi di lavoro. Tuttavia, la giuria respinse la sua versione dei fatti.
Tra le prove principali presentate dall’accusa vi erano una mano insanguinata trovata sul lenzuolo accanto al corpo di Judy, identificata come appartenente a Smith, e una registrazione migliorata della chiamata al 911. Secondo i pubblici ministeri, in quest’ultima si udirebbe la voce del giovane Chad supplicare il patrigno con le parole: “Frank, no. Dio, aiutami!”. Il movente ipotizzato riguardava una combinazione di vendetta personale e motivazioni economiche: l’uomo aveva infatti stipulato polizze vita sulla moglie e sui figliastri pochi mesi prima degli omicidi.
Nonostante la condanna definitiva, Oscar Franklin Smith ha continuato a proclamare la propria innocenza negli anni successivi. I suoi avvocati hanno ripetutamente sostenuto che il processo fosse stato compromesso da diverse irregolarità. Tra queste, la presenza di un giurato favorevole alla pena di morte e incongruenze tra la teoria dell’accusa e le prove fisiche raccolte. Uno degli elementi più controversi riguarda una porta sul retro aperta e il corpo di Chad visibile dal corridoio: dettagli che, secondo la difesa, gli agenti intervenuti avrebbero notato immediatamente se gli omicidi fossero avvenuti nell’orario indicato.
Nel 2022, l’esecuzione di Smith era stata sospesa a un’ora dal suo svolgimento dal governatore del Tennessee, Bill Lee, a causa di irregolarità nei protocolli relativi all’iniezione letale. Tuttavia, questa volta il governatore ha dichiarato che non interverrà nuovamente sulla questione, affermando di aver condotto “un’attenta valutazione”. L’esecuzione avverrà nonostante sia ancora in corso una causa legale contro il protocollo di iniezione letale utilizzato nello Stato. Alcuni avvocati dei condannati lo hanno definito una forma di tortura simile al waterboarding a causa dell’utilizzo del pentobarbital, un farmaco al centro delle polemiche per la sua provenienza e sicurezza.
Mentre l’ora dell’esecuzione si avvicina, il caso continua a sollevare interrogativi sia sul sistema giudiziario che sulle modalità di applicazione della pena capitale nel Tennessee.
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