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Patrizia Mirigliani: “Mio figlio Nicola mi trattava come un bancomat per comprarsi la droga, l’ho denunciato per salvarlo”



Durante un’emozionante apparizione a “La Volta Buona”, Patrizia Mirigliani e suo figlio Nicola hanno condiviso la loro difficile esperienza legata alla dipendenza da droghe del giovane, un periodo che ha segnato profondamente le loro vite. Nicola, ora trentaseienne, ha rivelato come la sua infanzia fosse caratterizzata da timidezza e isolamento. “A scuola mi prendevano in giro, venivo da Trento, quindi un paese piccolo; trasferirmi a Roma mi ha devastato. Ogni giorno era una rottura, ricevevo sputi in faccia dalle stesse persone. A casa non lo raccontavo perché mi vergognavo, a mia madre l’ho detto solo cinque anni fa. Non è facile raccontarlo, è un dolore forte con cui convivi”, ha spiegato.



La situazione di Nicola è peggiorata all’età di diciotto anni, quando ha iniziato a fare uso di sostanze stupefacenti. Tuttavia, l’amore e la determinazione di sua madre hanno portato a una decisione difficile ma necessaria: denunciarlo alle autorità. “La ringrazio, altrimenti forse oggi non sarei stato qui”, ha dichiarato Nicola, prima di passare la parola a Patrizia. “Denunciare un figlio è una cosa terribile, è sangue del tuo sangue. Io, quando ho varcato la soglia del commissariato, mi sono detta che dovevo farlo. Non dovevo pensare che ero sua madre, ma che dovevo salvare mio figlio”.

La situazione in casa era diventata insostenibile per Patrizia, che si trovava a fronteggiare richieste incessanti di denaro da parte di Nicola. “Non ero più disposta a farlo perché, in quel modo, compravo la morte di mio figlio. Mi usava come bancomat per la droga”, ha raccontato. Dopo la denuncia, Nicola è stato sottoposto a un braccialetto elettronico per un anno e mezzo, un periodo in cui ha ammesso di non essere stato in grado di ragionare lucidamente. “Non ero più capace di ragionare, visto che non ero lucido”, ha aggiunto.

Patrizia ha ricevuto l’allerta sulla dipendenza di Nicola da parte di un’amica, il che l’ha spinta a iniziare a controllarlo. “Cominciai a controllarlo, lo seguivo ovunque, di giorno e di sera. Non so come ho fatto, ma oggi mio figlio sorride. Ho ritrovato il figlio che avevo perso a diciotto anni; ora ne ha trentasei”, ha detto con un misto di orgoglio e sollievo. In un momento toccante, Nicola ha letto una lettera per sua madre, esprimendo il suo profondo affetto: “Insieme possiamo vincere qualunque sfida, grazie mamma, ti voglio bene”.

La storia di Patrizia e Nicola è un esempio di come l’amore e la determinazione possano prevalere anche nelle situazioni più difficili. La denuncia, inizialmente vista come un atto di tradimento, si è rivelata una scelta vitale che ha permesso a Nicola di intraprendere un percorso di recupero. Questo racconto mette in luce l’importanza di affrontare la realtà della dipendenza e della violenza nelle relazioni familiari, sottolineando quanto possa essere difficile ma necessario intervenire per proteggere i propri cari.



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