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“Ricevo fino a 190 minacce di morte al giorno”: la testimonianza di Cristina Irrera, sotto attacco da mesi



Da mesi, Cristina Irrera, 26 anni, vive una situazione di forte stress e ansia a causa di un’ondata di minacce e insulti ricevuti sui social media. La giovane, che lavora come content creator e social media manager, ha denunciato di essere bersaglio di continui attacchi che si concentrano sotto ogni nuovo post pubblicato sul suo profilo Instagram. I messaggi, spesso estremamente violenti, includono frasi come “ti stupro” o “veniamo a prenderti con le molotov”, e minacce di femminicidio rivolte non solo a lei, ma anche alla sua famiglia, al suo fidanzato e persino al suo cane.



Secondo quanto raccontato dalla stessa Cristina a Fanpage.it, gli utenti che la insultano sembrano provenire principalmente da paesi come India e Pakistan. Gli account utilizzati sarebbero stati hackerati attraverso una truffa legata all’acquisto di followers e successivamente indirizzati contro di lei. La situazione è iniziata a febbraio, ma si è intensificata a partire da luglio, diventando sempre più aggressiva. “Pubblico un post e questo dopo poco viene bombardato di commenti”, ha spiegato la giovane. “Dicono la stessa cosa, che sarò la prossima vittima di femminicidio, che faranno male alla mia famiglia, al mio ragazzo, al mio cane. Dicono di avermi seguita fino a casa e per questo conoscono il mio indirizzo di casa”.

Cristina, che utilizza i social anche per fare attivismo su temi legati ai diritti delle donne e ai femminicidi, ritiene che la causa di questo attacco possa essere legata ai contenuti che pubblica. In particolare, la ragazza aveva parlato in un video di un gruppo Telegram tedesco in cui circa 70mila utenti condividevano foto private di fidanzate e mogli senza il loro consenso. “Da febbraio sono stata presa di mira, non so da chi. A luglio tutto è diventato più costante, pressante e aggressivo”, ha dichiarato. Inoltre, ha aggiunto che non solo lei, ma anche altre persone che la seguono sui social sono state colpite da attacchi simili.

La situazione ha avuto ripercussioni significative anche sul piano lavorativo. Gli insulti e le minacce ricevuti hanno infatti compromesso la sua attività professionale. “Sono un po’ in ansia, non mi sento al sicuro e ho anche subito un danno lavorativo non indifferente”, ha spiegato Cristina. “Non posso fare video per altri con il mio volto perché i commenti colpiscono anche i miei clienti”.

La giovane ha deciso di denunciare l’accaduto alla Polizia Postale, che sta indagando per individuare l’origine di questi attacchi coordinati. I messaggi minatori, pur provenendo da account stranieri, sono scritti in italiano e hanno iniziato a includere dettagli personali, come l’indirizzo di casa della ragazza. Per il momento, le autorità stanno cercando di ricostruire la dinamica degli eventi e capire chi possa essere responsabile di questa campagna d’odio.

Tra i contenuti pubblicati da Cristina Irrera, alcuni affrontano temi delicati come i femminicidi che hanno sconvolto l’Italia negli ultimi anni. La giovane ha raccontato di aver avuto discussioni online con utenti che inneggiavano a Filippo Turetta e Alessandro Impagnatiello, autori dei femminicidi di Giulia Cecchettin e Giulia Tramontano, due casi che hanno profondamente scosso l’opinione pubblica.

La vicenda di Cristina Irrera mette in evidenza ancora una volta quanto sia importante affrontare il problema delle minacce e degli insulti online, soprattutto quando si tratta di attacchi mirati contro chi cerca di sensibilizzare su temi sociali rilevanti. Mentre le indagini della Polizia Postale continuano, la giovane spera che la sua denuncia possa contribuire a fermare questa ondata di odio virtuale che sta influenzando negativamente la sua vita personale e professionale.



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