Il conflitto a Gaza ha profondamente segnato Rula Jebreal, giornalista, scrittrice e docente palestinese con cittadinanza israeliana. Cresciuta a Gerusalemme, Jebreal ha vissuto in prima persona le conseguenze dell’occupazione militare israeliana. In un’intervista a Fanpage.it, ha espresso il suo sdegno per la situazione attuale, definendo ciò che accade nella Striscia di Gaza come un genocidio. La sua ultima opera, “Genocidio” (ed. Piemme), esplora questi temi, cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione.
Da 19 mesi, la popolazione civile di Gaza subisce bombardamenti e privazioni. Le violenze si sono intensificate dopo che il cessate il fuoco è stato rotto unilateralmente lo scorso marzo. Jebreal ha sottolineato come queste azioni siano una continuazione della Nakba iniziata nel 1948. “Dopo la Shoah, il mondo disse ‘mai più’. Eppure, le azioni di Israele a Gaza, con le uccisioni indiscriminate di decine o centinaia di migliaia di civili in ‘mondovisione’, hanno indotto il Sudafrica a intentare una causa per genocidio contro Israele alla Corte Internazionale di Giustizia”, ha dichiarato.
Jebreal ha criticato anche il consenso alle politiche di Netanyahu all’interno della società israeliana e ha espresso preoccupazione per il rischio che la pulizia etnica si estenda anche alla Cisgiordania. Ha inoltre evidenziato la stretta collaborazione tra il Governo Meloni e Tel Aviv, avvertendo che “nel futuro, l’Italia potrebbe essere processata per complicità nel genocidio a Gaza“.
Le sue posizioni critiche verso Israele le hanno procurato accuse di antisemitismo, come quella recente da parte di Italo Bocchino durante una trasmissione televisiva. Jebreal ha risposto a queste accuse sottolineando la paradossalità della situazione: “Lavoro negli Stati Uniti da 15 anni, è il Paese più filo-israeliano al mondo e nonostante le mie critiche aspre contro il governo israeliano, nessuno ha mai osato rivolgermi questa accusa gravissima”.
Il suo lavoro mira a far luce su quella che definisce una “soluzione finale del genocidio programmato a Gaza“. Jebreal accusa la comunità internazionale di aver ignorato per anni gli avvertimenti dei palestinesi riguardo all’impunità diffusa e alla colonizzazione selvaggia e illegale da parte di Israele. “Sono anni che noi palestinesi lanciamo l’allarme: sapevamo che l’impunità diffusa – che dura da 58 anni – la colonizzazione selvaggia e illegale e la violazione di tutti gli ordini della Corte Internazionale di Giustizia e delle risoluzioni ONU, sarebbero sfociati in un genocidio coloniale”, ha affermato.
Nel suo libro “Genocidio”, Jebreal esplora queste tematiche con l’obiettivo di impedire che il genocidio di Gaza diventi un modello da applicare altrove. Scrive per non permettere che si possa dire, in futuro, di non sapere cosa stava accadendo.
La situazione a Gaza è drammatica: una chirurga locale ha descritto condizioni estreme in cui i bambini vengono operati al buio, senza anestetici né guanti. Le sue parole sono un grido d’allarme per una guerra che non risparmia nessuno.
In conclusione, Rula Jebreal continua a usare la sua voce e la sua penna per denunciare le ingiustizie e cercare di mobilitare l’opinione pubblica internazionale. La sua speranza è che le sue parole possano contribuire a fermare la violenza e promuovere una pace duratura nella regione.
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