Un tragico episodio si è verificato il 14 aprile presso il Lake D’Arbonne, a Farmerville, in Louisiana, dove un giovane studente di 26 anni, Christopher Gilbert, è stato spinto in acqua dai suoi stessi amici, nonostante non sapesse nuotare. Attualmente si trova in terapia intensiva, in condizioni gravissime.
Inizialmente, gli amici avevano riferito che il giovane fosse caduto accidentalmente nel lago. Tuttavia, le indagini condotte dall’Union Parish Sheriff’s Office hanno fatto emergere una verità ben più sconvolgente: uno dei presenti ha confessato di averlo spinto intenzionalmente.
Christopher ha lottato per circa venti minuti per rimanere a galla e cercare di salvarsi. Solo dieci minuti dopo l’inizio della tragedia, alcuni passanti, sentendo le grida, sono intervenuti e hanno soccorso il giovane. Nessuno degli amici, invece, avrebbe tentato di salvarlo.
Il ragazzo, che sogna di diventare medico, è stato subito trasportato d’urgenza in ospedale, dove è stato intubato e collegato a un ventilatore per 72 ore. Attualmente la sua funzionalità polmonare è ridotta al 20% e non è ancora in grado di parlare, sebbene stia mostrando segnali cognitivi di risposta.
La madre, Yolanda George, ha raccontato i drammatici momenti vissuti. “Sono rimasta devastata. Ho sentito che la mia vita era finita in quell’istante. Mio figlio aspira a diventare medico, ha conseguito un master in scienze biologiche l’anno scorso e si stava preparando per entrare a medicina. Per lui era tutto.”
Yolanda ha ricevuto la notizia da una delle amiche presenti, che l’ha chiamata in lacrime. “Mi ha detto che Chris era caduto nel lago ed era rimasto sott’acqua per circa 20 minuti. Non riuscivo a capire: perché così tanto tempo? Lei piangeva disperatamente e mi ha detto che lo stavano trasportando in elicottero a Shreveport.”
Al suo arrivo in ospedale, i medici hanno comunicato alla famiglia che Christopher era, di fatto, cerebralmente morto e che gli organi stavano iniziando a cedere.
La versione del gruppo di amici parla di una semplice “bravata”, ma l’avvocato della famiglia, Claudia Payne, ha un’opinione molto diversa:
“Nel campo legale, definiamo i fatti per ciò che sono. Loro parlano di gioco, noi parliamo di atto criminale intenzionale. Dopo averlo spinto, nessuno è intervenuto per salvarlo. Solo due passanti, che non conoscevano Chris, sono stati abbastanza coraggiosi da entrare in acqua e tirarlo fuori.”
La madre di Christopher è decisa a ottenere giustizia:
“Chiunque sia responsabile deve essere chiamato a rispondere. Pretendo responsabilità per quello che è accaduto a mio figlio.”
Christopher, nonostante le condizioni critiche, sta dando piccoli segnali di miglioramento neurologico. Tuttavia, la sua situazione resta estremamente delicata e la famiglia continua a pregare per un miracolo.
L’intera comunità è ora scossa e mobilitata per offrire supporto alla famiglia Gilbert, mentre proseguono le indagini per chiarire ogni aspetto di questa vicenda inquietante.
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