Le indagini sulla tragica morte di Luigi Gulisano, 79 anni, e Maria Dessì, 82 anni, avvenuta lo scorso 5 dicembre nella loro casa di via Ghibli a Cagliari, hanno preso una direzione diversa rispetto alle ipotesi iniziali. Contrariamente a quanto si era supposto in un primo momento, le vittime non sarebbero state avvelenate con nitrito di sodio. Questa sostanza era stata individuata nell’apparato digerente dei due anziani ed era stata inizialmente ritenuta la causa del decesso.
Secondo le analisi condotte dai periti incaricati dalla giudice per le indagini preliminari, Ermengarda Ferrarese, il medico legale Rita Celli e il tossicologo Claudio Medana, le modalità della morte sarebbero compatibili con strangolamento e soffocamento. Il quotidiano locale L’Unione Sarda ha riportato che i consulenti ritengono il decesso dei coniugi attribuibile a cause asfittiche e anossiche, escludendo l’avvelenamento. Questa ricostruzione si differenzia dalle conclusioni degli esperti nominati dalla Procura, il medico legale Roberto Demontis e il tossicologo Giampiero Cortis, che inizialmente avevano ipotizzato un arresto respiratorio dovuto alla presenza di nitrito di sodio.
La sostanza incriminata era stata trovata nell’apparato digerente delle vittime e si era ipotizzato che fosse stata sciolta nel caffè consumato dai due anziani. Tuttavia, questa teoria sembra perdere credibilità alla luce delle nuove evidenze raccolte dai periti della giudice.
Un punto cruciale delle indagini sarà il prossimo incidente probatorio, fissato per l’11 settembre, durante il quale verranno ufficialmente acquisite le conclusioni degli esperti. Questo passaggio potrebbe risultare decisivo per il processo che vede coinvolto l’unico indagato: il figlio minore della coppia, Claudio Gulisano, 44 anni.
Il caso ha assunto contorni sempre più complessi dopo che proprio il figlio minore aveva scoperto i corpi dei genitori senza vita. Dopo un interrogatorio durato sei ore, Claudio Gulisano è stato arrestato con l’accusa di duplice omicidio volontario e da otto mesi si trova in custodia cautelare nel carcere di Uta. Gli inquirenti ipotizzano che il movente del delitto sia di natura economica: l’uomo avrebbe ucciso i genitori per ottenere l’eredità delle proprietà immobiliari della coppia e far fronte ai debiti accumulati a seguito del fallimento di un market che il padre gli aveva regalato.
L’indagato è assistito dall’avvocato Luigi Sanna, mentre il fratello maggiore, che risulta essere persona offesa nel procedimento, è tutelato dall’avvocato Gianluca Aste. A supportare l’accusa contro Claudio Gulisano ci sarebbero diversi elementi probatori raccolti dagli investigatori. Tra questi, un filmato che lo collocherebbe in un luogo diverso rispetto al suo alibi dichiarato, testimonianze di terzi e informazioni estrapolate dai cellulari dei genitori e dal suo smartphone personale.
La tragedia familiare ha sconvolto la comunità di Cagliari, dove la coppia era conosciuta e stimata. Le indagini continuano a scavare nel passato finanziario e personale dell’indagato per chiarire ogni dettaglio della vicenda. La prossima udienza potrebbe rappresentare un momento chiave per definire il futuro processuale di Claudio Gulisano e per fare luce su una storia che ha lasciato molte domande ancora senza risposta.



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