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Torino, la controversa delibera sulle proprietà: rischio requisizioni che ignorano i diritti più elementari



Il Consiglio comunale di Torino si prepara a discutere una proposta di delibera che ha suscitato un acceso dibattito politico e sociale. La delibera in questione prevede la possibilità di requisire le abitazioni di proprietà che risultano sfitte, una misura che molti considerano inaccettabile e contraria ai diritti fondamentali dei proprietari. La proposta ha già sollevato le ire di Forza Italia, che ha chiesto con fermezza il ritiro di questa iniziativa.



Il senatore Roberto Rosso, segretario provinciale di Forza Italia Torino e responsabile nazionale del Dipartimento Casa, ha espresso la sua contrarietà, affermando: “Chiediamo con forza il ritiro della proposta di delibera del Comune che prevede il diritto di requisire le case ai legittimi proprietari”. Anche altri esponenti del partito, come Marco Fontana, segretario cittadino, e Federica Scanderebech, capogruppo in Sala Rossa, hanno sottolineato l’assurdità della situazione. Domenico Garcea, vicepresidente vicario in Consiglio comunale, ha aggiunto che la sola discussione della delibera rappresenta un “vero e proprio attentato al diritto alla proprietà privata”.

Secondo i membri di Forza Italia, un proprietario ha il diritto sacrosanto di decidere se affittare o utilizzare il proprio immobile, nonché di stabilire le modalità e le condizioni di locazione. “Non ci possono essere margini di ambiguità su questo. In un Paese civile, queste ovvietà non possono essere oggetto di interpretazioni”, hanno dichiarato. La critica si estende anche all’amministrazione guidata dal sindaco Stefano Lo Russo, accusata di avere idee confuse riguardo ai diritti dei proprietari e di considerare gli occupanti di Askatasuna come soggetti meritevoli di diritti.

Un altro punto sollevato dai rappresentanti di Forza Italia riguarda l’aumento dell’Imu e della Tari, che colpiscono in modo particolare le seconde case. “È impensabile aumentare l’Imu – peraltro la più alta d’Italia sulle seconde case – e la Tari, una tassa che dovrebbe essere basata sul consumo puntuale”, hanno affermato. La proposta di requisire le abitazioni sfitte è stata paragonata a un film horror, con i membri del partito che si chiedono perché il Comune non proceda con la requisizione di Askatasuna, un immobile occupato.

Inoltre, Forza Italia ha messo in discussione l’utilità di censire gli immobili sfitti, domandandosi chi si farebbe carico dei costi di tale operazione se, come è prevedibile, non si potessero realmente requisire. “Si tratterebbe di una spesa indebita da Corte dei Conti”, hanno avvertito. Secondo il partito, il mercato delle locazioni deve essere regolato dalla domanda e dall’offerta, piuttosto che da misure punitive contro i proprietari. “Se il Comune di Torino vuole davvero modificare il mercato, ha un’unica strada: quella di incentivare l’affitto alle fasce più deboli in modo più vantaggioso rispetto a quanto fatto finora”, hanno proposto.

La posizione di Forza Italia è chiara: l’amministrazione deve considerare le esigenze di coloro che hanno lavorato duramente per acquistare una casa, in un contesto di tassazione che, secondo loro, è stata aumentata a livelli insostenibili dal Partito Democratico. Oggi, molti proprietari scelgono di non affittare le loro abitazioni a causa della mancanza di garanzie nel riottenere l’immobile, affrontando spese elevate legate a processi di sfratto che spesso non portano a un adeguato ristoro dei mancati introiti.

La Giunta di Lo Russo è stata accusata di vivere in una realtà distorta, lontana dalle necessità quotidiane dei cittadini. “Oggi i proprietari sono soli; se venisse votata questa delibera, lo sarebbero ancora di più, e si disincentiverebbe l’acquisto di case”, hanno concluso i membri di Forza Italia. La proposta di requisizione delle abitazioni sfitte, quindi, non solo è vista come un attacco ai diritti di proprietà, ma anche come un potenziale deterrente per gli investimenti nel mercato immobiliare di Torino.



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